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La scacchiera nera
Premessa: questa è una trilogia, composta dai volumi La scacchiera nera, L’ombra del guerriero e Il signore degli inganni: ciònonostante trovo riduttivo e tutto sommato poco significativo fare tre recensioni diverse. L’opera è talmente una cosa unica che non riesco a scindere il mio commento in tre parti. Quindi metto la recensione in calce alla scheda del primo libro, ma vale per tutti e tre.
Detto questo, inizio immediatamente col chiedere scusa all’autrice, Miki Monticelli da Prato, perché il primo libro di questa saga, La scacchiera nera, pubblicato nel 2009, mi è capitato più volte in mano nelle mie affannose ricerche librarie, ma l’ho sempre disprezzato, pensando che fosse diretto a un target di lettori troppo lontano da me. Che idiota.
Per fortuna il destino tesse bene le sue trame e qualche settimana fa il libro mi è rimasto incollato alle mani irresistibilmente.
Avrei dovuto capirlo subito d’altronde. Un libro che unisce le mie più grandi passioni, il fantasy e gli scacchi, come poteva non piacermi?
L’Autrice ha creato un mondo incredibile. Un’idea originale e una trama condotta come si deve, capitolo dopo capitolo, senza che tu riesca a prendere respiro dalla prima all’ultima pagina.
La scacchiera è un mondo a metà tra quello degli uomini, il nostro per intenderci, e quello degli spiriti (Acqua, Aria, Terra, Fuoco, ma anche Ombra, Paura, Tempo…) e sarà il palcoscenico della battaglia finale di uno scontro millenario tra le varie entità e gli uomini stessi per il dominio di tutto ciò che è noto.
Alcuni “Eletti” tra gli uomini vengono trascinati nell’agone tramite alcune scacchiere sparse per il mondo, e lì si uniscono allo spirito loro destinato e cercano di cambiare le sorti della Scacchiera e del mondo intero.
Qui dentro si ordiscono trame e tradimenti. Si intessono piani. Sbocciano amori. E inevitabilmente si muore. Disperatamente. Lottando. Ci accompagnano esseri spaventosi e demoni orrendi. Creature fantastiche e cattivi da Oscar.
Fino allo scontro finale in cui le alleanze che erano, non è detto che saranno ancora. E il confine tra i cattivi e i buoni diventa così labile, da non riuscirsi più a distinguere.
Quest’opera ha un respiro talmente ampio che non esito a collocarla tra le grandi saghe fantasy che hanno accompagnato i miei sogni fin da bambino. Tolkien e Terry Brooks hanno trovato forse un erede degno di loro? Forse sì. Almeno, io non mi emozionavo così tanto da tempo, nel leggere di una battaglia che non ha niente da invidiare a quella di Minàs Tirìth.
Grande, grande, grande Miki Monticelli. Ti ringrazio per avermi regalato un sogno e per aver fatto germogliare di nuovo la speranza che il fantasy italiano non sia morto e sepolto. D’ora in poi ti seguirò con fiducia. Promesso.
Ve lo consiglio con tutto il mio povero cuore esausto da tanta, piacevolissima, lettura.
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Commenti
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grazie ragazze!
va bene.. ci starò attento, gracy!
:))))))
:)
resterai stupito!
:P
@Syd convinci piero a leggere anche qualcosa della Randall, anche lei merita!
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