Dettagli Recensione
Tedioso e personaggi perfetti: bocciato.
Devo essere sincera? Uno dei peggiori libri che abbia mai letto. Sarò onesta: in alcune parti l'ho letteralmente sfogliato e a volte saltavo paragrafi interi. A momenti mi addormentavo sulle pagine alle cinque del pomeriggio: lo stile risulta fin troppo pomposo, alcuni lo definiscono "barocco" ma io credo sia più adatto il termine "tedioso"; metafore bizzarramente elaborate in un modo che a quanto pare capisce solo l'autrice (ma neanche), molti paroloni belli e ricercati ma che sembrano essere lì solo per caso.
In pratica la lettura è inesorabilmente ferma, devi leggere dieci volte una pagina per afferrarne il senso nascosto fra la descrizione del graffio sulla mattonella e i sentimenti inspiegabilmente contraddittori della protagonista... sempre che c'è, il senso, o la De Winter se l'è dimenticato di inserire nel tentativo di architettare una frase lunga mezzo chilometro.
A quanto pare la De Winter l'italiano lo sa e anche benissimo, l'abbiamo capito, ma ciò non le conferisce la giustificazione per trasformare un romanzo in un vocabolario in stile gotico/ottocentesco.
La ripetività, inoltre, è ovunque: profumi di rose appassite dappertutto, la magnificenza e i fiori comparsi negli occhi VIOLA (viola, sì: l'azzurro, considerato bellissimo per le iridi da tempo immemore, ormai è demodé, non lo sapevate?) del vampiro Ashton Blackmore (co-protagonista), quelli BLU SCURO (!!!) del principe Axel Vandemberg (co-protagonista)... Per non parlare delle prolisse descrizioni di ogni minimo gesto di Eloise Weiss (protagonista)...
Considero ridicoli gli appellativi: Principe del Sangue, Principe dello Studium, Ospedale della Misericordia, Vecchia Capitale... roba che si commenta da sé.
Ed infine, ma non meno importante, vorrei porre l'accento sulla perfezione dei personaggi: la loro bellezza straziante è riportata in ogni singolo rigo, chi con i capelli biondo bronzo (!?) e qualcun'altro dagli occhi turchesi... l'abbiamo capito che a Virginia De Winter evidentemente le piacciono i bei ragazzi, ma deve essere a conoscenza dell'esistenza dei difetti che NON siano essere troppo testardi o impulsivi o sarcastici.
Forse la storia poteva avere uno spunto originale (forse...), ma la De Winter non l'ha saputo affatto sfruttare.
Uno spreco di carta abnorme e vendite dettate più che altro dalla fama che precedentemente l'autrice aveva su Internet per le sue fanfiction e grazie anche ad un'attenta campagna pubblicitaria della Casa Editrice e dei fan che spargevano recensioni veneratrici in ogni angolo del web.
Un gran peccato e una dura delusione, ma è in assoluto da bocciare.
Sconsigliatissimo.