Dettagli Recensione
Un classico della letteratura fantastica
Prendendo le mosse dal ritrovamento di un manoscritto da parte di due amici che, per trascorrervi le vacanze, giungono nei pressi di un villaggio “all’estremo limite dell’Irlanda occidentale” (come recita l’incipit), questo breve romanzo dello scrittore inglese William Hope Hodgson (1877-1918) è senza dubbio un classico della letteratura mondiale di genere horror fantascientifico.
Non sapevo niente riguardo all’autore e sono rimasta molto colpita dalla sua vicenda personale, conclusasi tragicamente sui campi di battaglia francesi della grande guerra. Un destino drammatico per un quarantenne che sin dall’adolescenza non ebbe vita facile; sebbene Hodgson sia scomparso prematuramente, la sua è una produzione letteraria cospicua che ha lasciato un solco fecondo.
Il cuore della narrazione de “La casa sull’abisso”, testo pubblicato nel 1908, è rappresentato dal contenuto dello stesso manoscritto omonimo rinvenuto dai due amici tra le macerie, custode di un racconto che sa davvero dell’incredibile.
Mi sono avvicinata alla lettura con grandi aspettative, ma purtroppo – devo riconoscere con franchezza – non ne sono stata rapita e giungo alla conclusione che il genere letterario in questione non faccia per me, pur riconoscendo il valore di una trama ben congegnata e di una scrittura importante ricca di fantasia che non certo tutti possiamo avere. Con tutta onestà, mentre leggevo, non ho sentito il terrore artigliarmi il cuore né sono stata presa dalla impazienza di sapere come andasse a finire la storia narrata, anzi ammetto di aver fatto fatica in più punti a portare avanti la lettura trovando di una grandissima noia quei capitoli in cui il tempo scorre più che rapidamente attraverso anni, secoli e forse millenni e subentra una sorta di glaciazione e la fine del sistema solare. Segnalo, tuttavia, che alcune parti (quelle relative all’assedio della casa da parte degli esseri-suini e alla inquietante presenza che, sul finire del manoscritto, riesce a penetrare e sta per aprire la porta della stanza del vecchio narratore) sono riuscite a tenermi attaccata al libro con maggior attenzione.
Una lettura di sicuro più adatta agli appassionati di letteratura fantastica e dell’orrore; spero in seguito di potermi riconciliare con il povero Hodgson leggendo altri suoi titoli (si accettano con gratitudine eventuali suggerimenti).