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Ready player one
 
Ready player one 2021-08-06 09:18:45 La Lettrice Raffinata
Voto medio 
 
1.3
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
1.0
Piacevolezza 
 
1.0
La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    06 Agosto, 2021
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Per fan degli anni Ottanta sotto i 12 anni

A dispetto delle tante recensioni positive, ho iniziato questa lettura decisamente prevenuta perché non vado pazza per i riferimenti pop inseriti nei romanzi e, pur avendo giocato ad alcuni videogiochi durante l'adolescenza, non ne sono mai stata una fan sfegatata; e così ho perso in partenza il novanta percento di quanto "Ready Player One" avesse da offrirmi. Inoltre temo di aver ormai superato da un pezzo l’età in cui i libri per ragazzi riuscivano ad intrattenermi: adesso devo davvero sforzarmi per non rollare gli occhi ogni due righe quando leggo uno YA; anche se a dire il vero avrei delle perplessità in merito all'effettivo target di questo titolo. Se da un lato l'età dei personaggi ed il tono della narrazione sembrano rientrare in pieno nella narrativa per ragazzi, ci sono diversi elementi (come il tipo di ironia o la presentazione degli antagonisti) che non sfigurerebbero in un middle grade, mentre tutti i richiami agli anni Ottanta possono ispirare nostalgia solo ad un cinquantenne.
La trama all'apparenza è tanto innocua quanto banale: in un futuro non troppo lontano le persone preferiscono sfuggire ad una quotidianità fatta di indigenza ed inquinamento atmosferico su OASIS, un gioco online che sfrutta la realtà aumentata ed in pochi anni è diventato anche un luogo di incontro, studio e lavoro; il creatore di questa piattaforma è morto cinque anni prima, ed il suo testamento prevedere che sia la sua ingente fortuna sia la proprietà di OASIS passino al primo utente in grado di trovare un easter egg da lui nascosto, dopo aver recuperato tre chiavi e superato altrettante porte. Il protagonista Wade Owen Watts (noto online come "Parzival") è uno dei tanti Gunter -aka i cercatori dell'uovo- che sperano di riscattare una vita miserabile vincendo la competizione; seguiamo quindi il suo percorso all'interno del gioco, tra amicizie virtuali e l'antagonismo verso la multinazionale senza scrupoli I.O.I. Innovative Online Industries. Come anticipato, una sinossi semplice ma con un suo potenziale, peccato che, con l'andare avanti nella lettura, compaiano una serie di dei-ex-machina sempre più sfacciati per permettere ai protagonisti di raggiungere un traguardo che altrimenti non avrebbero potuto neanche ammirare da lontano.
Prima di iniziare la mia critica alquanto severa, per onestà intellettuale voglio nominare i soli tre elementi che ho apprezzato. Le descrizioni di alcuni luoghi virtuali sono ben scritte e ricche di immaginazione, in particolare mi è piaciuta la discoteca spaziale in cui i personaggi si incontrano al compleanno di Og. Il ritmo della narrazione è veramente incalzante: per quanto abbia detestato questo libro, ammetto che non risulta per nulla pesante o lento. Infine, se avete un minimo di passione per il mondo videoludico, questa lettura vi spingerà a voler prendere subito in mano una console. E ora, via al massacro!
Direi di iniziare dai personaggi, anzi dal protagonista che, narrando tutto in prima persona, ci impedisce di conoscere a fondo i caratteri degli altri. Wade mi è risultato davvero insoffribile: è transfobico, arrogante e schifa chiunque non abbia una conoscenza enciclopedica degli anni Ottanta (vero sintomo di intelligenza, in questo romanzo), supera eventi sulla carta traumatici con leggerezza, si innamora a prima vista virtuale di una ragazza che poi passa il resto del titolo a stalkerare fino a "conquistarla", dimostra delle competenze che non può in nessun modo aver acquisito verosimilmente. Tra l'altro ci sono diverse altre esagerazioni, come il pianeta-scuola Ludus in cui chiunque può frequentare gli studi fino ai diciotto anni a spese del creatore di OASIS: ma com'è possibile permettersi di pagare a tempo indefinito lo stipendio a docenti in tutto il mondo e fornire l'hardware necessario a milioni di studenti?
E passiamo proprio ad OASIS, che per tutto il libro viene descritto dai personaggi come la roccaforte della libertà, l'unico posto dove essere se stessi. Peccato che questo luogo da sogno porti ad una vera dipendenza e spinga le persone a disinteressarsi del mondo reale, oltre a non essere affatto gratuito come detto inizialmente perché ogni cosa che vada oltre il creare un avatar si paga con soldi veri; c'è poi un passaggio a mio avviso disgustoso in cui si parla di quanto sia positivo che donne e neri possano crearsi degli avatar maschili e bianchi e grazie a questo essere accettati: sorvolando sul fatto che a quanto pare nessuno controlla i dati personali, neanche quando si parla di assunzioni lavorative, questo concetto manda a passeggio anni di lotte sociali! Non dobbiamo omologarci ad un unico modello, ma impegnarci perché tutti siano accettati per come sono realmente; e da questo capirete come "Ready Player One" propugni dei messaggi alquanto discutibili, specie per un pubblico giovane. Sono arrivata ad un punto in cui speravo che i cattivi acquisissero il controllo di OASIS per imporre login a pagamento e mettere pubblicità ovunque (sì, questo è il loro piano malefico) e costringere così finalmente gli abitanti di questo mondo ad uscire di casa e sistemare il pianeta.
Volendo potrei continuare per ore ad evidenziare difetti, come Art3mis che ricalca lo stereotipo della ragazza non-come-tutte-le-altre, l'aggettivo "fascista" usato con leggerezza o i dettagli dimenticati dall'autore (ma non dalla sottoscritta: a cosa serviva la pistola?), ma preferisco spendere qualche riga sull'ambientazione. All'apparenza è il classico mondo futuristico al tracollo, ma con alcune bizzarre contraddizioni: non c'è benzina per le auto però si consegna ancora la pizza a domicilio, l'economia è allo sfacelo ma ci si può permettere di far frequentare a tutti i ragazzi la scuola fino alla maggiore età, in molti vivono per strada eppure riescono ad acquistare l'hardware di OASIS, il governo autorizza una società a schiavizzare i suoi cittadini però ha emanato una legge per garantire la privacy genetica, di cui tra l'altro sembra non importare nulla a nessuno.
Per correttezza vi segnalo infine che di questo libro è stato recentemente pubblicato un sequel, che pare aver deluso gli stessi fan. Vista la mia esperienza, ritengo quasi superfluo dire che non mi ci avvicinerò neanche sotto minaccia di una multinazionale fascista.

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