Dettagli Recensione
Distopie scolastiche
Elena Fairchild è un'ottima insegnante illusa di aver contribuito con (l'odioso) consorte a creare un sistema migliorativo, in realtà utilizzato per scopi che poco a poco verranno a galla in tutta la loro orrenda franchezza. La protagonista, già poco convinta di questo sistema meritocratico, si mette in discussione quando a finire in una scuola gialla è la figlioletta di 9 anni. La storia che si ripete, la labilità della memoria, l'ideale di una società perfetta tradotto in metodo subdolo per eliminare gli indesiderati: Christina Dalcher firma un romanzo disturbante in cui forti sono gli echi del nazismo. L'autrice estremizza problematiche attuali come l'emarginazione e l'evidente disparità dei diritti, eleggendo le scuole gialle a nuovi lager in cui deportare (termine non usato a caso), non solo i meno brillanti ma anche le persone indesiderate. Buttando fumo negli occhi ad una popolazione sempre più egoista e facilmente raggirabile il gioco è fatto, ma Elena, mossa dalla ferina rabbia di madre straziata, è pronta ad impersonare Davide nella battaglia contro Golia.
"La classe" è un buon romanzo, ben costruito (anche se i personaggi sono poco sfaccettati) e dal buon ritmo. Le fasi finali esibiscono una tensione altalenante pur trovando nelle ultime pagine una commovente ispirazione. Ho notato qualche imperfezione in fase di traduzione, mentre i flashback, inizialmente un po' noiosi, alla fine si dimostrano utili per rendere meno nebuloso il contesto sociale.