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invisibile è chi invisibile fa
Studioso indefesso, fisico geniale, Griffin riesce a trovare la formula dell’invisibilità, l’entusiasmo di un toro sul tappeto rosso steso verso l’Olimpo della scienza.
Votato alla sua causa, più il lavoro lo avvicina alla meta e più egli si aliena dagli affetti e dalla vita sociale, disprezzando sempre più il popolino ignorante.
Dopo i successi consolidati sugli oggetti e sugli animali, decide di testare il suo esperimento su se stesso. Rendersi invisibili è come accecare il resto del mondo, vedere in un mondo di non vedenti colloca l’uomo al di sopra della disabilità altrui.
La brama di potere di Griffin esonda dai confini dell’umana sensatezza, la corsa verso la celebrità lo rende ebbro dei vantaggi di tale situazione acquisita, senza lasciargli il tempo di riflettere sulle difficoltà dell’uomo indistinguibile. Isolato, sempre più solo, il fanatismo malato dello studioso si fa malvagio.
Piacevole romanzo seppur non eccezionale nello sviluppo e nello stile, la lettura scorre veloce su una scrittura non particolarmente pregiata, ma buona è la soglia d’intrattenimento.
I personaggi, avvolti da una certa aura di comicità, strappano un sorriso di troppo, così goffi e grotteschi. La vicenda si esprime così in una commedia, sebbene il contenuto sarebbe stato più consono ad una tragedia.
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