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L'arcobaleno della gravità
 
L'arcobaleno della gravità 2021-03-18 10:33:28 Molly Bloom
Voto medio 
 
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Stile 
 
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Molly Bloom Opinione inserita da Molly Bloom    18 Marzo, 2021
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Ten, nine, eight, seven...

"Si, amico mio, rifornito di carburante, vivo, pronto a essere lanciato... alto quindici metri, vibrante... e poi quel ruggito fantastico, virile, capace quasi di far scoppiare i timpani. Duro, crudele, pronto a penetrare i veli verginali del cielo blu. Oh, davvero fallico, non trova?"

Quando da lettore supponi di aver già letto il libro più stravagante possibile, ecco che ti imbatti in un altro che sposta più in là il limite di ciò che la letteratura può creare ma anche il limite di ciò che potresti mai immaginare. Per la mia esperienza, "L'Arcobaleno della Gravità" è stato uno di essi. Ci ho impiegato quattro mesi, sono partita in quarta, una salita piena di energie, ma a un certo punto i motori si sono spenti e ho attraversato una fase in stallo, rallentata e in declino, per poi riprendere velocità e scendere in picchiata, fino ad arrivare al bersaglio, alla fine. Un po' come la parabola che il Razzo compie dal lancio alla caduta. E' un libro folle, assurdo, paranoico-ossessivo, erotico in una maniera esagerata, fumettistico e caricaturale, comico, a ritmo di musica, metamorfico, enciclopedico, tragico...e potrei continuare all'infinito con gli aggettivi. 

Sua Maesta il Razzo! Il Rivelatore! E' lui il protagonista assoluto di questa opera, assieme a Tyron Slothrop, condizionato da esso attraverso un esperimento pavloviano: ad ogni erezione di Slothrop corrisponde un nuovo lancio del Razzo V2 che ha come bersaglio proprio la zona in cui l'atto sessuale avviene. Lui però ne è all'oscuro, non sa di essere studiato dalle varie istituzioni belliche ma presto lo sospetterà e la sua fuga alla ricerca della verità lo porterà ad attraversare parecchie peripezie dalle più assurde. L'assurdità è amplificata non solo dalle bizzarre situazioni (come per esempio la "battaglia" a torte in faccia tra Slothrop che vola su una mongolfiera e Marvy che gli da la caccia su un piccolo aereo) ma anche dalla paranoia di un complotto di cui Slothrop cade preda. Intorno, una moltitudine di personaggi e miriadi di storie, ma il tutto ben intrecciato e gestito da Pynchon. Il Razzo simboleggia la Guerra, infatti il libro è ambientato nell'ultimo periodo dell seconda guerra mondiale e offre il suo punto di vista: la Guerra e una situazione in cui il Mondo si trova in continuazione, non cessa mai, a volte ha dei picchi (le guerre vere e proprie come le conosciamo noi) ma spesso è latente e uccide solo le persone "giuste". La politica è un pretesto di facciata, un teatrino, le guerre sono determinate dagli interessi delle macroeconomie, dalla tecnologia, e rappresentano un forte momento di sviluppo per loro a discapito dell'uomo che è solo il loro carburante, "carne da cannone" per citare Tolstoj:

"la verità è che la Guerra mantiene le cose in vita. Le cose. Tra cui le Ford. La storia dei tedeschi e dei giapponesi è stata solo una versione - piuttosto surreale- della Guerra vera. La Guerra vera esiste sempre. Il numero delle morti diminuisce di tanto in tanto, ma la Guerra continua a uccidere un sacco di persone. Solo che adesso le uccide in modo più sottile, spesso troppo complicato."

Questa complessa macchina della guerra, basata sulla divisione e mai sull'unione, è gestita da "Loro", un Sistema circolare vorace che si nutre di risorse in continuazione e in modo sempre più veloce, sempre più affamato e ghiotto di armi come di cibo e che continuerà a prendere, a prendere, e a sfruttare tutto finché non ci sarà più niente, prende senza dare nulla in cambio, nemmeno la protezione e verrà un giorno in cui non ci sarà più nulla da prendere...a meno che, non crediamo che Loro possano morire, che questo Sistema verrà demolito:

"Credere che ognuno di Loro morirà davvero, personalmente, vuol dire altresì credere che il Loro sistema morirà- che esiste ancora nella Storia una dialettica, una possibilità di rinnovamento. Affermare la mortalità della loro natura vuol dire affermare il Ritorno."

Questo concetto viene rafforzato anche dal modo simbolico in cui Pynchon lo rappresenta, gli attribuisce una valenza biblica, ma non paradisiaca, ovviamente ma demoniaca: Il Sistema viene nominato come il Serpente che questa volta non porge più una semplice mela della conoscenza del bene e del male ma l'invenzione e l'accessibilità di nuove particelle fatali, un Serpente che vuole cacciare l'uomo anche da questo Eden che noi chiamiamo Terra e lo ammaglia con la sua furbizia. Anche il Razzo stesso viene presentato come "Il Rivelatore", un Anticristo:

"Il Razzo viene sotto le spoglie del Rivelatore. Ci mostra che nessuna società è in grado di proteggere, non lo è mai stata - le società sono assurdi come scudi di carta (...). Loro ci hanno mentito. Non possono impedirci di morire, per cui ci mentono a proposito della morte. Il Loro è un castello di menzogne, costruito in cooperazione.(...). Non possiamo più credere in Loro. Per lo meno, se siamo ancora sani di mente e se amiamo la verità."

Prima ho detto che è anche il libro più erotico che abbia mai letto: si tratta di un erotismo diverso dal solito, ci sono rapporti disgustosi, incesti, pedofili nei confronti dei quali Hummert Humbert è un novellino a cui inizia solo ora a crescere la barba (vedi la scena tra Slothrop e Bianca oppure l'incesto tra Ilse e Pokler), orgie che sembrano uscite dai più spaventosi quadri di giudizi universali (vedi l'orgia sulla nave Anubis). Qualcuno, leggendo alcuni passi potrebbe pensare: ma era proprio necessaria questa descrizione?! Si, lo era, perché coerente con il Sistema che per sopravvivere ha bisogno di dominio e sottomissione:

"Ebbene, perché instillano in noi un riflesso automatico, facendoci provare un senso di vergogna non appena si tocca l'argomento? Perché la Struttura consente tutti gli altri comportamenti sessuali tranne questo? Perché la sottomissione e il dominio sono le risorse di cui la Struttura ha bisogno per la propria sopravvivenza. Non si possono sprecare in un atto sessuale qualsiasi. La Struttura ha bisogno della nostra sottomissione per poter restare al potere. Ha bisogno delle nostre brame di dominio per cooptarci nel suo gioco di potere. In essa non vi è nessuna gioia , soltanto il potere puro e semplice."

I citati che ho riportato sopra hanno il tono fermo, serio e rappresentano uno sguardo tagliente, osservatore, ma la prosa è in continua metamorfosi dove si alternano le scene ilari e dalla fantasia più estrema, ad altre disgustose, paranoiche, o super tecniche, mi piacerebbe postare qualche frammento birichino di Pynchon ma preferisco trattenermi e lasciarvelo scoprire a voi se mai lo vorrete leggere, perché ha poche mezze misure e non vorrei urtare la sensibilità altrui. Mitica la scena del tuffo di Slothrop nella tazza del water a recuperare la sua armonica, che riuscirà per davvero a recuperare nel finale del libro, trovata al suo rientro dalla Zona, oppure la disquisizione musicale tra Rossini e Beethoven di Gustav e Saure- papyromante che leggeva il futuro nelle cartine e nel fumo delle canne, gli inseguimenti cinematografici di Marvy su Slothrop che , karma vuole, viene scambiato per lui trovandosi nel posto sbagliato nel momento sbagliato e nel costume sbagliato (da maiale appartenente a Slothrop) e che viene castrato erroneamente, Slothrop travestito da maiale che insegue la scrofa Greta e che quasi quasi ci fa pure un pensierino malizioso, la storia dei lemming e dei maiali di William Slothrop, antenato di Tyron, insomma tantissimi piccoli universi ma che non sono mai fini a se stessi perché nella parte finale il tutto si riprende chiudendo il cerchio. Il finale è meraviglioso, una metafora della vita umana e di tutto quello che è stato espresso nel libro:

"Questa ascesa sarà tradita e consegnata alla Forza di Gravità. Ma il motore del Razzo, il grido profondo della combustione che lacera l'anima, promette la fuga. La vittima, inchiodata alla caduta, si alza su una promessa, una profezia di Fuga..."

Un libro diverso da tutto quanto ho letto fin'ora, che sconforta ma fa anche vedere le stelle, buchi nel corpo di Dio in cui noi infilziamo i nostri desideri. Aspettatevi di tutto.

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Ioana, non ho letto nulla del famoso autore. Qualcosa non mi attrae. E non saprei neppure da quali testi cominciare.
Comprendo benissimo che può non piacere, tendenzialmente le opere ultime di Pynchon sembrano essere quelle più "lineari", abbordabili mentre le prime più criptiche. Personalmente ho iniziato con "V." ma non mi sento di consigliare alcun inizio, Pynchon è tutto particolare quindi o la va o la spacca, come si suol dire, bisogna buttarsi. Per quel poco che conosco dei tuoi gusti, effettivamente potresti trovarlo disturbante ma nello stesso tempo potrebbe meravigliarti e farti uscire dalla confort-zone, ogni tanto fa bene abbandonarla.
Complimenti, Ioana, innanzitutto per essere arrivata in fondo al romanzo nonostante le difficoltà incontrate per strada, e poi perché la tua recensione è, come al solito, profonda, genuina e sincera. Quello che forse è più difficile accettare di Pynchon è che ogni suo libro è centrifugo, è un big bang in continua, inarrestabile espansione, se ne frega della coerenza, della decenza, dello spreco e della dispersione del senso, e forse se ne frega anche del lettore, ms poi è anche in grado, se solo si riesce a trovare la combinazione per entrare nel suo universo, di dare emozioni uniche e ineguagliabili. Concordo con te sul fatto che la scena di Slothrop che si tuffa nella tazza del water è indimenticabile. Per me il prossimo Pynchon sarà "L'incanto del lotto 49", a te consiglio vivamente, quando verrà il momento, "Mason & Dixon", che forse è - a mio modesto avviso - il suo capolavoro, un tripudio di bizzarria e di fantasia ambientato nel razionalissimo secolo dei lumi: sorprendente!
Ti ringrazio Giulio! Non ti invidio per L'incanto, io sono scappata a gambe levate ma è anche vero che era un primo timido approccio. Dopo la tua recensione mi incuriosisce molto "Mason e Dixson", quindi il prossimo sarà lui oppure "Contro il giorno", vedrò al momento quale mi sceglierà :-).
Complimenti per la tenacia!
Ce l'hai fatta!! Ricordo il tuo commento alla mia recensione due anni fa: "lo leggerò e lo leggerò in inglese" Brava hai mantenuto la promessa. Bellissima recensione, complimenti sei riuscita a trovare il filo logico che io non ero riuscito a vedere. E non sei neppure uscita di senno dopo la sua lettura, come al contrario il sottoscritto:D
Sai che non ricordo x nulla l'erotismo che citi?
Domanda: ma alla fine l'hai davvero letto in inglese? Sarebbe ancora più eroico!!
In risposta ad un precedente commento
Todaoda
16 Aprile, 2021
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Io ti consiglio "un lento apprendistato" i suoi racconti giovanili e ancora relativamente normali: forse è il libro che ho apprezzato di più di Pynchon. Se devo essere sincero non ricordavo nulla dei racconti se non quello intitolato Entropia (geniale!!), tant'è che ho dovuto rileggere la mia recensione :D
Ricordo tuttavia l'immenso piacere che ho tratto dalla lettura del Suo primo lavoro. A mio avviso impareggiabile
In risposta ad un precedente commento
Todaoda
16 Aprile, 2021
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Mason & Dixon ti dirò la verità è l'unico che ho mollato, è veramente troppo per le mie ridotte facoltà mentali :D
Pertanto ti faccio i miei complimenti se l'hai portato a termine! Mi viene spontaneo porti una domanda, quando leggi Pynchon puoi affermare di comprendere completamente quello che scrive? ...no per capire se il problema sono io o è Lui :D
X M & D davvero arrivato a pagina 200 non capivo più nulla
In risposta ad un precedente commento
Molly Bloom
16 Aprile, 2021
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Ciao Todaoda! Grazie per la tua attenzione e anche per esserti ricordato della mia intenzione. Ebbene no! Non l'ho letto in inglese, sarebbe stato impossibile per me, è già stata una impresa titanica in italiano figurati in inglese. "Mason and Dixon" ancora non l'ho letto, probabilmente il prossimo Pynchon che leggerò sarà "Contro il giorno" ma non subito, è abbastanza stancante e destabilizzante leggere questo autore. Per rispondere all'altra tua domanda, no! Non sempre capisco quello che leggo soprattutto quando si parla della paranoia e che in Arcobaleno abbonda, la mia strategia è quella di lasciarmi andare alla lettura e cogliere quello che riesco e non impuntarmi, anche perché ho notato che in molti hanno questa difficoltà, che è impossibile cogliere tutto pertanto "seguo il flusso" ahahah. Comunque, con questa tattica, tra zone d'ombra e radure, alla fine si riesce ugualmente ad avere un quadro della situazione. Non sono invece molto amante dei racconti, quindi mi sa che quelli li lascerò per ultimi. Mi piace molto Pynchon tuttavia non è uno dei miei autori della zona confort.
Io ho adorato questo titolo, come gli altri di Pynchon e sono d'accordo con te, lasciarsi portare via dallo stile unico e fantastico è il miglior modo per appropriarsi delle emozioni che trasmette.
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