Dettagli Recensione
Un problema non va affrontato, ma bruciato
Guy Montag è un vigile del fuoco che appicca incendi nelle case di chi detiene illegalmente libri, in quanto la lettura è considerata proibita. Egli, inizialmente coerente con il suo lavoro, si reca insieme ai suoi colleghi della “milizia del fuoco” nelle case dei sovversivi per riportare l’ordine e il rispetto delle leggi. Tuttavia l’incontro con una ragazza prima e quello con un’anziana signora poi, modificheranno radicalmente il modo di pensare di Montag, quando vede la signora preferire bruciare viva insieme alla propria casa e ai suoi libri, anziché abbandonarli. Da qui il protagonista comincia a domandarsi cosa contengano i libri e, spinto dalla voglia di conoscere contro cosa combatte, ne nasconde qualcuno nella propria casa, iniziando la lettura di nascosto. Questo suo comportamento comporterà non poche conseguenze in un mondo parallelo in cui i vigili del fuoco anziché spegnere gli incendi li appiccano.
Romanzo di Ray Bradbury che in meno di 200 pagine ha sviluppato una storia di per sé molto semplice, ma straordinaria allo stesso tempo. Dalla trama si evince come l’alienazione dei lavoratori possa portare gli stessi a compiere gesti che in condizioni di normalità non avrebbero compiuto. La storia si articola in 3 macrocapitoli che rappresentano dei veri e propri blocchi in cui suddividere la trama, e in ognuno vi sono dei passaggi significativi per il protagonista e gli altri personaggi. La trama del romanzo personalmente mi è piaciuta in quanto semplice e ho apprezzato i colpi di scena presenti, alcuni inaspettati.
Lo stile del libro l’ho apprezzato decisamente meno, a causa delle lunghe descrizioni che durano pagine intere, come i dialoghi dei personaggi che a volte risultano dei veri e propri monologhi. Tale scelta potrebbe indurre il lettore a pensare che serva per delineare bene i personaggi, tuttavia non è così poiché a mio parere i monologhi effettuati potevano essere riassunti in poche righe. I personaggi del racconto non sono molti, tuttavia ho trovato una caratteristica comune a molti di essi che non ho molto apprezzato: il piglio filosofico. I personaggi si domandano del perché di molte cose, ma se si va a leggere il romanzo si scopre che lo fanno senza una ragione precisa e soprattutto senza che sia utile ai fini del prosieguo della narrazione.
Personalmente non so se consigliare questo libro, in quanto la trama è molto bella e quando scorre fa stare con il naso incollato alle pagine. Tuttavia le lunghe descrizioni la rendono una lettura difficile da affrontare. Ho apprezzato il fatto che essendo stato scritto più di 50 anni fa, vi sono parole che non rientrano nel nostro utilizzo seppur siano di facile comprensione.
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