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I simulacri
 
I simulacri 2020-09-07 12:29:29 Valerio91
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    07 Settembre, 2020
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Un romanzo meno dickiano

Nella produzione letteraria di Philip K. Dick (o almeno in quella parte che ho affrontato finora) sono diversi i romanzi in cui le idee e gli eventi si dividono tra genialità e follia. In certi casi, questa follia diventa così accentuata da lasciare il lettore sconcertato al punto da chiedersi: “ma cosa diavolo sto leggendo?". Questa è una peculiarità che ha contribuito alla fama di Dick e gli ha permesso di produrre opere molto riuscite (“Le tre stimmate di Palmer Eldritch" o “Ubik”) e altre che partivano da una buona premessa ma erano sviluppate maluccio (“La svastica sul sole"). Anche quelle meno efficaci, tuttavia, hanno spesso avuto un'enorme influenza su una buona fetta della produzione letteraria e cinematografica, sia alla fine del Novecento che nella nostra era “netflixiana”: basti pensare a “Blade Runner” o alla più recente serie “The man in the high castle”. Questo, ripeto, è dovuto a quelle idee che nella maggior parte dei casi si rivelano un cocktail di genio e sregolatezza.
"I simulacri" credo sia la prima eccezione che mi sono ritrovato davanti: è infatti un’opera che rispetto alle altre si mostra paurosamente “normale”. La cosa mi ha soddisfatto? Nì. Venendo meno questa caratteristica dell'autore, sebbene fosse croce e delizia, viene meno anche quel fascino che rendeva ogni sua opera un’esperienza unica. Con questo non voglio dire che "I simulacri" sia un brutto libro, anzi, si legge con piacere, ma ho avvertito distintamente quanto gli manchi qualcosa; quanto sia meno “dickiano”.

La narrazione viaggia sui punti di vista di diversi personaggi e ci racconta un'America guidata da presidenti che non sono altro che simulacri: fantocci senz'anima che si limitano ad apparire su uno schermo televisivo e si spengono per il resto del tempo, senza alcun potere decisionale effettivo. La vera detentrice del potere sembra essere infatti la First Lady Nicole Thibodeaux, che nonostante l'avvicendarsi dei presidenti rimane salda al suo posto e rappresenta per tutti una specie di idolo a cui non possono fare a meno di offrire una cieca devozione. La società in cui opera questo strano governo è palesemente instabile, divisa tra il potere ingannevole del governo, l’enorme influenza dei monopoli e le flotte di navicelle che portano i “reietti” verso le colonie di Marte. Una società destinata a crollare.
Dick non si fa mancare nulla, in questa storia, e ci mette in mezzo anche nazisti pescati nel passato grazie a una macchina del tempo. Dunque ne “I simulacri” c’è un po’ di tutto: androidi, viaggi nel tempo, colonie extramondo, e tante altre cose peculiari della pura fantascienza; tuttavia si ha la sensazione che, a fronte di tanto materiale, si sia finito per approfondire ben poco. Al termine della lettura, infatti, sentivo d’aver letto una storia di fantascienza come tante altre, il che mi ha fatto un po' pentire di tutte le volte in cui ho definito Dick troppo confusionario. Rimane un suo difetto, e continuo a dire che con la capacità narrativa di un Bradbury avremmo avuto di fronte uno scrittore leggendario, ma quella confusione era ottimamente bilanciata dalle sue grandi idee.
In conclusione, quando leggete un autore, state attenti a quel che desiderate.

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Commenti

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Ciao Valerio, rifletto su questa cosa. A volte se il materiale è troppo, ma interessante, si può fare un pensierino sui racconti. Non ho letto questo autore, ma un pò penso a Poe, a Lovecraft, a Matheson (non so se hai letto gli ultimi due). I loro racconti sono delle perle.
Interessanti osservazioni.
E, se posso aggiungere, mi ritrovo in tutti i tuoi giudizi sulle opere di Dick (compreso il minor entusiasmo per "La svastica sul sole", anche se non conosco la serie tv.).
In risposta ad un precedente commento
Valerio91
08 Settembre, 2020
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Ciao Marianna,
di Lovecraft non ho mai letto nulla, mentre ho letto sia Matheson che Poe. Diciamo che siamo su uno stile un po' diverso rispetto a Dick, ma forse altrettanto innovativo. In effetti mi sono focalizzato soltanto sui romanzi di Dick (ne ha scritti una marea), ma magari la mia prossima lettura dell'autore potrà focalizzarsi sui racconti... ne ha scritti anche di molto conosciuti.
In risposta ad un precedente commento
Valerio91
08 Settembre, 2020
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Ciao Rollo,
l'idea alla base de "La svastica sul sole", per quanto mi riguarda, è geniale; il problema è il suo sviluppo confusionario e poco lineare. La serie tv, pur non essendo un capolavoro, prende quella linearità che manca al libro, ma la storia è completamente diversa.
lapis
08 Settembre, 2020
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"In conclusione, quando leggete un autore, state attenti a quel che desiderate"... In effetti, proprio la mancanza di quelli che ci erano parsi difetti, ci può far percepire il tutto come irriconoscibile, addirittura ordinario. Non ho mai letto Dick, ma fa davvero pensare. Grazie, Valerio.
Interessante recensione, Valerio.
Un celebre autore che vorrei conoscere, ma non so se i suoi libri siano nelle mie corde.
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Valerio91
08 Settembre, 2020
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Ciao Manuela,
sì, è proprio così e Dick ha reso questa realtà evidente ai miei occhi.
Grazie a te!
In risposta ad un precedente commento
Valerio91
08 Settembre, 2020
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Ciao Emilio,
grazie. Non saprei proprio dirti, Dick è un autore molto particolare e consigliarlo è sempre un salto nel vuoto. Ti direi di fare un tentativo, magari con "Ubik" o "Le tre stimmate di Palmer Eldritch", con la consapevolezza che ti ritroverai a leggere qualcosa di assolutamente folle...
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