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L'evoluzione della specie secondo Lewis
Una lettura da spiaggia, una lettura leggera e divertente. Questo in sintesi, e solo apparentemente, potrebbe sembrare il giudizio su codesto romanzo che in realtà rappresenta una riflessione intelligente e assolutamente spassosa sul tema dell’evoluzione della specie. Lewis decide di raccontare le peripezie di Edward –riconosciuto come il più grande uomo scimmia del Pleistocene- e della sua numerosa famiglia composta da moglie, figli ed una miriade di altri parenti, attraverso l’uso dell’anacronismo a scopo comico, lasciando parlare in prima persona uno dei suoi figli. Edward infatti è assolutamente conscio di essere un uomo scimmia disceso dagli alberi in pieno Pleistocene (“Eravamo discesi dagli alberi, avevamo l’ascia di pietra…”) con l’obiettivo di evolversi, e nel farlo utilizza ragionamenti (“…se dobbiamo acquisire una natura capace di individuare e risolvere problemi, è inevitabile possedere una morale, una coscienza”) e approfodimenti filosofici non certo tipici della sua epoca storica (“E’ la felicità che rende la vita interessante…Neanche per sogno! Ribatté allegramente papà. Infiacchisce la felicità. Dalle tribolazioni private ti volgerai al lavoro, mettendoci nuova energia”).
Edward èal corrente che “la natura non sta necessariamente dalla parte del più forte. La natura sta dalla parte della specie che sa far valere un vantaggio tecnologico sull’altra” ed è per tale motivo che è sempre alla disperata ricerca di un vantaggio competitivo talvolta ottenuto fortuitamente o per improvvisa ispirazione. Partendo da questo presupposto Edward troverà quindi il modo di impossessarsi del fuoco come arma di difesa-offesa contro i predatori, di ottenere dimestichezza con l’uso della selce come strumento per creare armi da caccia appuntite, di migliorare le condizioni di vita proprie e della sua famiglia rifugiandosi nelle caverne ed anche di spronare i figli maschi a uscire dal focolare domestico trovando l’amore attraverso il corteggiamento di donne appartenenti ad altre tribù, in modo da favorire nuove combinazioni genetiche fuori dal clan. Tra tutte le scoperte, proprio quella relativa all’accensione del fuoco rimane forse la più importante per garantire lo sviluppo e la conservazione della specie e pone tutti quanti di fronte ad un interessante interrogativo: è più importante diffonderne la conoscenza a tutti gli ominidi, nel nome di un’esigenza superiore, come desidererebbe Edward (“Vivete come se il futuro dell’umanità dipendesse dal vostro impegno”) oppure è meglio conservare gelosamente il segreto per trarne i maggiori benefici possibili per la propria tribù, come invece vorrebbe uno dei suoi figli ? Nelle differenti visioni del problema è contenuto uno dei più grandi dilemmi sulla natura e sul comportamento umani: altruismo vs egoismo, sul quale Lewis ci suggerisce di riflettere.