Dettagli Recensione
Sovrastima
Rimango dell’opinione che Dick sia un caso di eccezionale e perversa sovrastima del personaggio e delle sue opere: a dispetto dell’entusiastica prefazione al testo devo dire che “La svastica sul Sole” non ha in definitiva una trama. Sono alla fine episodi legati fra loro da un filo sottilissimo e in modo forzato, dove l’introspezione viene spinta all’estremo in modo esagerato (leggi inutile) e i dialoghi al novanta per cento mi sembrano fatti per riempire pagine.
Non ho trovato tensione, non ho trovato meraviglia, né smarrimento o colpi di scena. Niente.
Ma quel che non ho proprio sopportato è che - oltre a non avere una trama – per trecento pagine non succede assolutamente niente, tranne che a pagina 243 (pochi colpi di pistola) e a pagina 259 (ZAC! Juliana taglia la gola a Joe, il tutto definito dalle tre lettere ZAC + punto esclamativo).
Notate il numero di pagina in cui succede qualcosa. 243 e 259.
Non solo non c’è azione, ma ho trovato quella che mi è parsa semplicemente una proiezione delle pare mentali dell’autore.
Se i testi di Dick fossero davvero visionari me li leggerei tutti d’un fiato (adoro i romanzi visionari, se son fatti bene), ma non lo sono. Da parte mia li vedo solo come proiezioni di una mente che non sa dove aggrapparsi, che non ha più punti di riferimento nel mondo reale. Argomento da psicoterapeuta, per dirla in soldoni.
Rinuncio a capire quale sia il criterio di attribuzione del Premio Hugo (che, intendiamoci, spesso e volentieri premia dei veri capolavori) ma che, nel caso specifico, mi pare fuori luogo.
A discolpa della giuria che gli ha aggiudicato il Premio, osservo che il romanzo data ormai cinquantacinque anni e i criteri con cui è stato al tempo valutato ora hanno ben poco motivo d’essere.
Dal mio punto di vista di lettore chiedo che il cantastorie mi presenti una bella storia, anche incredibile, perfino assurda, se vogliamo, ma che racconti una storia.
Questo in Dick non l’ho trovato e quindi…beh…gli editori non potranno più contare sul mio contributo all’innalzamento delle vendite di questo autore.
Addio Philip Dick, non è stato intenso e nemmeno bello.
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