Dettagli Recensione
Scariche elettriche femministe
Siamo in un futuro non troppo lontano quando l’energia fuoriesce. È una sensazione strana, una scarica che si manifesta nel corpo e che chiede di uscire, di essere letteralmente scaricata. È un potere unico che accade e che si palesa soltanto nelle donne. Sono loro le destinatarie di tutto, sono loro le artefici di questa energia elettrica che non perdona. Le cellule dimenticate dall’evoluzione si risvegliano, è giunta l’ora di porre fine ai soprusi maschili, alle vessazioni e alle ingiurie a cui sono costantemente soggette. Si chiamano Roxy, Allie, Margot, si chiamano donne. Donne con volti stanchi, donne con cuori a pezzi, donne che fuggono alla ricerca di un nuovo inizio. Ma sono anche donne arrabbiate, donne vendicative, donne che non perdonano.
Come reagisce la società circostante? Come viene accolto il fenomeno? In vari modi. Perché se da un lato c’è chi come il popolo israeliano pensa di poter sfruttare questo nuovo potere a proprio piacimento, dall’altro c’è chi pensa a un fenomeno momentaneo e chi ancora, temendole, pensa ad una soluzione che ricorda molto “Cecità” di José Saramago e che si traduce in un isolamento forzato, che si traduce nel rinchiuderle. Tuttavia, il genere femminile non è più disposto a farsi sopraffare da quello maschile che di conseguenza finirà con il diventare l’oggetto di maltrattamento perdendo ogni forma di dignità. Le parti, secondo l’interpretazione distopica dell’autrice, saranno letteralmente invertite. Nessuna bambina nascerà senza questa matassa di muscoli striati attorno alla clavicola e centro del potere elettrico, nessuna ragazza sarà immune da questa mutazione derivante dalle scimmie acquatiche ovvero dal legame evolutivo con le anguille elettriche. Effetto naturale di questa nuova condizione è quella di una sempre più plausibile e concreta estinzione del sesso maschile. Lo scenario che si determinerà sarà caratterizzato da un regime dove l’uomo è ridotto all’impotenza dall’altro sesso che è estremamente vendicativo e privo di ogni forma di pietà. Il tutto in un lasso temporale di dieci anni che (dal decimo al primo) porterà alla concretizzazione di un vero e proprio nuovo ordine mondiale.
Vincitrice del Baileys Women’s Prize 2017, Naomi Alderman offre al grande pubblico una distopia interessante e di facile lettura che però non riesce a conquistare in modo totale il lettore. Per quanto l’idea sia originale, fallace è l’esposizione dei fatti e degli avvenimenti così come la caratterizzazione dei personaggi. Altra cosa che suscita perplessità è questo estremismo dal quale emerge una violenza a mio parere eccessiva. Negli intenti l’autrice si prefiggeva di mostrare uno scenario alternativo che, ipoteticamente almeno, offrisse delle soluzioni o presentasse una ponderata alternativa al mondo che conosciamo. Purtroppo ciò non accade, anzi. Se ne evince un femminismo smisurato ma fine a se stesso e senza sbocchi o propositivi risvolti. Peccato perché le basi per una buona riuscita c’erano tutte.
In conclusione, una lettura leggera, non impegnativa, da intervallare a opere più complesse ma verso la quale non riporre grandi aspettative.
Indicazioni utili
- sì
- no