Dettagli Recensione
La libertà è schiavitù.
Dove può portare il progresso umano? In che misura siamo liberi? Cosa definisce la nostra essenza di uomo? Abbiamo veramente allontanato il rischio dell'insorgere di una nuova dittatura?
Tra queste domande, vi sono sicuramente alcuni degli interrogativi posti da questo libro.
Insieme critica alle grandi dittature del passato e sentinella dei timori del presente, 1984, romanzo distopico per eccellenza, presenta un mondo futuro ove non vi è spazio per intimità o sentimentalismi, dove il passato è assoggettato al presente, oppresso dallo sguardo intimidatorio e onnipresente di Big Brother.
Winston Smith però sa, o almeno percepisce, che questo mondo non può essere l'unica alternativa possibile, che forse, in qualche angolo della memoria, vi sia stato un passato libero dalla dittatura del Partito e cova la timida e vana speranza che possa esserci un futuro differente, dove lui e la sua amata Julia possano amarsi lontani da occhi indiscreti.
Ma Winston sa soprattutto che la libertà è solo una ed è quella di poter dire che “due più due fa quattro” ed è per questa libertà che lotterà, con la morte già negli occhi, contro il Partito.
Orwell con questo romanzo ha creato un vero e proprio mondo, con tanto di coordinate geografiche e lingua, descritto con una minuzia tale da far interrogare il lettore sull'eredità dell'uomo dopo un secolo di violente dittature e sugli effetti di una tirannica tecnologia, che ci ha inconsciamente mutati.
Significativo è il fatto che, da una riflessione tanto ampia, sia nato un format televisivo tanto nauseante quanto “Il grande fratello”, la cui unica cura è, forse, proprio quella di leggere questo libro mentre Orwell, probabilmente, si rivolta nella tomba.