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Il pensiero al rogo
Il romanzo è ambientato in un imprecisato futuro dove i libri sono stati messi al bando, come tutta la cultura in genere. La televisione governativa è usata ossessivamente per definire le regole sociali, ciò che è giusto e sbagliato, e guida una popolazione passiva, ormai quasi incapace di pensare. “Un’ora di lezione davanti alla TV, un’altra ora di storia riassunta o riproduzione di quadri celebri e poi ancora sport… non si fanno domande, loro hanno già le risposte pronte, su misura”. Con le masse mentalmente annientate, basta poco a tenere l’ordine sociale, garantito dai Militari del fuoco e dai Segugi meccanici, una sorta di automi-poliziotti.
Il protagonista Guy Montag lavora nel corpo dei Militari del fuoco, col compito di rintracciare chi si è macchiato del "reato di lettura", bruciandone la casa e tutti i libri! E Montag sembra entusiasta della sua missione distruttiva: “Era una gioia appiccare il fuoco. Era una gioia speciale vedere le cose divorate, vederle annerite, diverse”.
Un giorno, però, incontra una vicina di casa, Clarisse, che lo fa riflettere sulla felicità. Montag resta esterrefatto: si rende conto di non essersi mai chiesto se fosse veramente felice! Clarisse gli mostra un modo di vivere diverso dagli altri, non stereotipato ma libero dai condizionamenti del regime. Da tempo, Montag si interrogava sulla ragazza perché aveva notato che i familiari di Clarisse, alla sera, non guardano la televisione (che tra l’altro non possiedono), ma trascorrono il tempo parlando tra loro, con un'allegria e una spensieratezza difficili da comprendere e facilmente invidiabili.
Montag torna a casa e salva la moglie Mildred, del tutto succube dei programmi TV, da un suicidio con ingestione di barbiturici. In questo frangente, di nuovo riflette sulla sua vita e sulle parole di Clarisse. Mildred vive per la televisione, in una sorta di delirio in cui considera gli attori televisivi come suoi familiari e non desidera affatto avere figli. Montag, dopo una lunga riflessione, prende coscienza di non amare, né realmente conoscere quella donna, e capisce che nella sua vita c'è qualcosa di profondamente sbagliato.
Un giorno, durante una missione di distruzione, Montag commette un'improvvisa infrazione: decide di leggere un breve trafiletto di un libro che dovrebbe bruciare. In seguito, attirato dalla sua prima fugace lettura, salva alcuni libri e inizia a leggerli di nascosto: “Ho pensato ai libri. E per la prima volta mi sono accorto che dietro a ogni libro c’è un uomo, un uomo che ha dovuto pensarli”. Fa amicizia con il vecchio professor Faber, uomo di cultura che diventa suo fidato amico e consigliere. Presto, la lettura condurrà Montag a scoprire un nuovo mondo e la sua vita cambierà radicalmente. “Non è che ognuno nasca libero e uguale, come dice la Costituzione, ma ognuno viene fatto uguale. Dopo di che tutti sono felici, perché non ci sono montagne che ci scoraggino con la loro altezza da superare”.
Godibile romanzo di fantascienza, capace di commuove e stimolare riflessioni. Bradbury predilige uno stile che alterna il discorso diretto alle riflessioni personali di Montag, con pause legate alle sequenze riflessive che non appesantiscono una lettura gradevole. I “flussi di coscienza” del protagonista , ma anche l’indeterminatezza dei luoghi d’ambientazione, contribuiscono a rendere alcuni momenti del racconto quasi claustrofobici, invitando il lettore ad un’amara riflessione: e se, di fronte all’attuale barbarie culturale dilagante, il futuro che ci aspetta fosse davvero quello?!