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Fantascienza filosofica
Dalla mia ancora breve carriera di lettore ho ricavato una certezza: i romanzi (ma sarebbe meglio dire le storie in generale) che sviscerano e trattano efficacemente temi filosofici sono quelli che apprezzo più di tutti. Le storie che ti portano a riflettere sul destino e sulla situazione degli esseri umani, anche nei suoi lati più oscuri, sono quelli che più mi avvincono e mi restano impressi. Non c’è da stupirsi dunque se leggendo la trama di “Solaris” ne sia rimasto quanto mai impressionato, aggiungendo alla curiosità che questa suscita anche il genere che gli viene attribuito, ovvero la “fantascienza filosofica”. Mi è venuto in mente “Cronache marziane”, ed ero quanto mai euforico.
Ho quindi acquistato questo libro carico di aspettative e non ho potuto attendere troppo prima di cominciare la lettura. C’è da dire che Stanislaw Lem è una penna davvero eccelsa e la storia che ha messo in piedi è davvero originalissima; tuttavia non è un’opera esente da difetti. Ci sono alcuni capitoli in cui ci si perde in lunghi dettagli sulla storia del pianeta Solaris, sulla storia degli studi che vi sono stati condotti e sulla sua morfologia; capitoli che da quanto ho capito erano stati per l’appunto tagliati nella prima traduzione inglese perché rallentavano la lettura. Non posso dar torto agli editori, in questo caso.
Oltretutto, credo che fosse una storia con potenzialità ancora maggiori e che i temi trattati non siano stati sviscerati al massimo, né con la migliore efficacia. Un libro dunque che promette più di quanto riesce a mantenere, pur mantenendo buoni meriti.
Fin dall’inizio della lettura ho avuto l’impressione che questo libro fosse perfetto per farne una trasposizione cinematografica e, difatti, ho scoperto che ne sono state fatte ben due, di cui la più recente ha come protagonista George Clooney. L’ho vista e, a parte i cambiamenti sostanziali alla trama e soprattutto al finale, credo non faccia particolare giustizia alla storia partorita da Lem. Magari il film girato negli anni ’70 sarà meglio, vedrò di recuperarlo.
La storia comincia con lo psicologo Chris Kelvin che approda sulla stazione che fluttua sulla superficie del pianeta Solaris: un pianeta che ruota intorno a due soli e si presenta sottoforma di uno sconfinato oceano plasmatico, che si modella autonomamente come se fosse dotato di una coscienza.
Si comprende fin dall’inizio che qualcosa nella Stazione non va: lo scienziato (Gibarian) che avrebbe dovuto accogliere Kelvin al suo arrivo viene trovato morto, e gli altri due sopravvissuti (Snaut e Sartorius) sembrano sulla soglia della pazzia. Nessuno vuole parlare o mettere Kelvin al corrente di quello che è successo, come se temessero qualcosa; come se temessero qualcuno.
Ben presto Kelvin si renderà conto che non sono soli, in quella Stazione.
Ben presto dei visitatori si paleseranno, sotto forma di persone a loro care ormai scomparse.
Cos’è Solaris, e cosa sta accadendo in quella stazione?
"[...] Ma rassegnarsi a essere un orologio misurante lo scorrere del tempo, alternativamente rotto e riparato e nel cui meccanismo, appena messo in moto dal costruttore, cominciavano a scorrere disperazione e amore? Accettare di essere una sorta di carillon meccanico che, a regolari intervalli, scandiva un tormento reso sempre più irrisorio dal suo continuo ripetersi? Un conto era ripercorrere l'esistenza umana, cosa in fondo accettabile, e un conto ripeterla come una tiritera suonata fino alla nausea da un ubriaco che infila sempre nuove monetine nella pianola meccanica."
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Commenti
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Invece non mi sento di consigliarti il film di Tarkovskij. Di quello diretto da Sorderberg, nonostante abbia la registrazione, ho visto solo alcune sequenze, ma, se non altro ha una sua trama che fluisce secondo una certa logica. La prima realizzazione cinematografica la vidi al cinema: fu un tormento! Lunghissimo (quasi tre ore!) criptico, con scene in bianco e nero alternate al colore senza un particolare nesso logico; giocata tutta sui salti temporali tra passato e presente, non spiega nulla (in particolare il formarsi della coscienza del "pianeta vivente"). La pellicola sembra fatta apposta solo per confondere le idee allo spettatore. Non credo che avrei la forza di rivederlo. Quando uscì in Italia fu presentato come la "risposta sovietica" a 2001 Odissea nello spazio. Un clamoroso autogol: nella sala ci fu un quasi rivolta degli spettatori.
credo proprio che lo vedrò, appena mi sarà possibile. Certo, ti farò sapere!
Vale.
a quanto mi pare di capire sull'opera di Tarkovskij ci sono pareri piuttosto contrastanti. Nonostante tutto è probabile che le darò un'opportunità, però è davvero interessante il retroscena che hai raccontato!
Riguardo il film di Soderberg mi è parso che si sia voluto soltanto sfruttare l'idea di base, semplificandolo in maniera eccessiva. È piacevole, ma decisamente dimenticabile e in certi tratti un po' banale.
Vale.
sì, credo proprio che prima o poi mi prenderò una serata per vedermi la trasposizione cinematografica di Tarkovskij. Per quanto riguarda i libri posso dirti che, per quanto riguarda Lem, vale la pena di leggerlo perché mi sembra un autore molto interessante.
Per quanto riguarda Clarke, invece, posso dirti che hai fatto bene almeno per quanto riguarda "2001: Odissea nello spazio": è uno di quei rari casi in cui la pellicola supera il libro da cui è tratta, ma di gran lunga. Credo che solo un maestro come Kubrick e pochi altri possano essere capaci di miracoli del genere.
Vale.
A questo punto il mio giudizio sull'opera non ha più senso. Però credo che sul mercato italiano esista solo una versione in russo sottotitolato...
sai, la decisione di intraprendere questa lettura è arrivata in un modo alquanto inusuale: una persona che ha letto un mio romanzo ancora inedito mi ha detto che in qualche tratto gli aveva ricordato proprio questo libro. Puoi immaginare che, accecato dalla curiosità, l'ho comprato immediatamente.
Qualche punticino in comune l'ho trovato, ma per fortuna non troppo :)
Vale.
in effetti è stato piuttosto strano vedere il contrasto di opinione tra te e gli altri utenti. Non c'è alternativa, dovrò recuperare questo film. Ma considerando quello che hai scoperto, credo che me ne fregherò della lingua italiana e guarderò la versione sottotitolata!
Vale.
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Se lo vedrai, gradirei sentire la tua opinione.