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I nuovi umani
Primo capitolo della trilogia MaddAddam, “Oryx and Crake” ovvero “L’ultimo degli uomini”, ci presenta “Uomo delle Nevi” che un tempo era Jimmy, un bravo bambino che aveva dovuto fare i conti con quel biglietto lasciato dalla madre a lui e al padre che si erano così trovati a vivere nel Recinto lontano dalle Plebopoli, un uomo, ancora, che aveva assistito ai fanatismi, allo sviluppo inarrestabile di una tecnologia fagocitante, un uomo che poi si era riscoperto ultimo. Ultimo della sua specie, ultimo di un mondo colpito da una grave epidemia che aveva mietuto i suoi simili lasciandolo solo, avvolto in un lenzuolo, e circondato da terra, acqua, polvere, cieli, memorie, ricordi e solitudine. E adesso ad egli non resta altro che vivere nell’incertezza di un domani che è vertigine e sensazione di cadere, accompagnato dai tanti pensieri e frammenti di un trascorso che non può tornare e da quella persistente domanda che cerca le ragioni del perché e del per come tutto questo sia potuto avvenire. Come si può, cioè, essere giunti allo sterminio della razza umana? Cosa lo ha determinato?
Sin dalle prime battute Margaret Atwoood trasmette al suo lettore un grande senso di inquietudine a cui si somma una visione fortemente sfiduciata e pessimistica verso quella propensione per lo sviluppo, il progresso e la ricerca scientifica che ormai è diventata quotidianità. Questo perché al progresso si annette e connette quella tendenza all’autodistruzione che è propria della cecità umana che tende a estremizzare ai massimi livelli i risultati raggiunti. Ovviamente l’autrice mira a provocare la riflessione nel lettore e per questo all’aspetto prettamente narrativo tende a portare alle massime conseguenze lo scenario che descrive. Uomo delle Nevi, in questo contesto, assume la veste di colui che detiene il sapere nel senso che riveste il ruolo di colui che è custode di una razza migliore che potrà rinascere dalle ceneri della precedente per ergersi e portarsi ad un livello superiore. Questa nuova razza che nasce all’interno di un laboratorio e che è priva di malizia, ironia, secondi fini e cattiveria perché ingenua e di indole pacifica, buona, viene guidata nel suo percorso di crescita e di erudizione da un nuovo credo creato appositamente per questo fine. Eppure, qualcosa non va come programmato. Potere e malizia tramite l’arte nelle sue forme più rudimentali, paradossalmente, si riaffacciano in questa nuova epoca e costringono Uomo delle Nevi, custode di questi ricreati alieni, a dover fronteggiare un qualcosa di mai debellato.
Molte, sono ancora, le tematiche trattate in questo scritto. Si passa dal problema della sovrappopolazione, alla tecnologia, all’ingegneria genetica con tutti i suoi aspetti e corollari, all’ambiente, allo sfruttamento minorile, allo sfruttamento indiscriminato e senza freni delle varie risorse a molto molto altro ancora.
Il tutto attraverso una narrazione astuta, intelligente, che ben alterna presente e passato, ricordi e fatti attuali. Un volume con cui riflettere e interrogarsi nonché ancora fortemente attuale.
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Marta