Dettagli Recensione
L'ANNO 25
Margaret Atwood è una scrittrice che ho conosciuto qualche anno fa con il romanzo "l'ultimo degli uomini" e ho subito apprezzato, un'autrice attuale e provocatoria con i suoi libri che evidenziano i tratti più morbosi e oscuri della nostra attuale società.
La Atwood ha uno stile che mi ha colpito, molto affine ai miei gusti di lettura e ai miei pensieri e l'ho inserita tra i miei autori preferiti.
"L'anno del diluvio" è il seguito del "l'ultimo degli uomini" e sono entrambi parte della trilogia MaddAdam. Questi due romanzi possono ritenersi due storie nello stesso arco di tempo; nel secondo libro i personaggi di Toby e Ren ci raccontano le loro vicende post "diluvio senz'acqua" (l'epidemia che ci viene spiegata nel primo libro) e con dei flashback ci viene anche presentata la loro vita precedente e come sono entrate a fa parte dei Giardinieri di Dio, una sorta di setta che vive in semplicità e nutrendosi solo di prodotti vegetali nel rispetto dell'ambiente con nuovi Adami ed Eve del futuro.
Circa a metà del romanzo spuntano nomi famigliari quali Jimmy, il protagonista del primo libro, e Crake. In questo modo veniamo a conoscenza di ulteriori dettagli sui personaggi del libro precedente e i fatti si collegano in modo più che naturale, grazie all'abilità dell'autrice nel dare una continuità ai romanzi senza cadere nel banale e scontato.
Ren e Toby sono due personaggi con storie intense e il romanzo incentrato sulle loro vite scorre velocement ma quello che cattura di più a mio parere è la curiosità sul post epidemia e sulla popolazione creata da Crake, che ritroviamo a fine romanzo, quegli uomini blu che fanno le fusa che abbiamo conosciuto nel primo libro. Come si evolveranno nel terzo romanzo? Non vedo l'ora di scoprirlo.
Il romanzo in sè è una continua denuncia velata sul progresso che distrugge l'umanità delle persone e la tecnologia che avanza fino a diventare mostruosa. Animali geneticamente modificati che diventano mostri e dall'altra parte l'estinzione di sempre più specie, le sempre più comuni modifiche corporee grazie alla chirurgia plastica e la commercializzazione di organi umani. La volontà di tornare alle origini, le guerre di popolazioni divise in una sorta di caste, la disumanità di chi è ricco e lavora per arricchirsi senza guardare in faccia il mondo. Tutto questo è l'anno del diluvio.