Dettagli Recensione
"L'Inferno ce lo possiamo fare da soli"
Il racconto dell'ancella mi ha preso piano piano. Le prime pagine sono state un po' spiazzanti, c'era tutto un nuovo mondo da conoscere attraverso i pensieri, i ricordi e i doveri della protagonista, il fatto che sia scritto in prima persona aumenta molto l'immedesimazione con lei.
Il libro è stato scritto nel 1985 e l'ipotetico futuro cui si riferisce, potrebbe essere il nostro presente.
La Terra, devastata dalla radioattività, vive nel terribile stato di non veder quasi più nuove nascite e le donne fertili, molto rare, vengono rieducate per essere asservite all'uomo, anche il loro nome arriva ad indicare l'uomo cui appartengono.
Coloro che non si piegano vengono mandate a smaltire rifiuti tossici, quelle che non servono allo scopo di fattrici ma si piegano sono assegnate al ruolo di domestiche definite Marte oppure, se sono abbastanza devote alla causa, di educatrici delle ancelle, sono però tutte Non-donne .
Le ancelle, quindi, vivono in una società patriarcale dove tutto, sguardi compresi, è proibito, pena la morte, ed hanno l'unica funzione di dare figli alla élite dominante, i Comandanti e le loro mogli; tutto è severamente disciplinato dagli Occhi, membri dei servizi segreti, dagli Angeli appartenenti ai soldati e controllato capillarmente secondo regole da fanatismo religioso adattato alle esigenze della classe dirigente.
E' un libro angosciante, si sente il senso di oppressione di una società così costruita, ma più andavo avanti meno potevo staccarmene. Ad esasperare i contrasti tra i due tipi di società vissute dalla protagonista, sono stati i continui flashback su quello che si era perduto, perché "quando vivi libera non pensi al valore della libertà".