Dettagli Recensione
Orwell è vivo e ci sta guardando
Se mi dicessero che Orwell è la reincarnazione di Nostradamus, non stenterei a crederci.
Un romanzo di fantapolitica che sfiora solo da lontano la fantasia. Una chiave di lettura critica, il leggere tra le righe, danno una visione spaventosamente attuale per essere un romanzo scritto quasi 70 anni fa.
Orwell immagina uno scenario futuristico, per l'epoca, in cui esistono tre grandi potenze Eurasia, Estasia ed Oceania in perenne guerra tra loro. Winston appartiene proprio a quest'ultima potenza e lavora per il ministero. Il suo ruolo è "semplicemente" quello di rettificare le notizie delle testate giornalistiche in base alla volontà del Partito, un atto di per se pernicioso. Tutto è sotto l'occhio del Grande Fratello che controlla tutti e punisce chiunque osi il libero pensiero.
Lo scopo sta proprio nell'annichilire il pensiero della gente comune, omologandolo e livellandolo. Tutti devono dire, pensare e soprattutto crederci davvero a tutto ciò che dice il Grande Fratello.
I mezzi sono quelli a noi - ahimè - più noti.
Non è vero che le varie fazioni politiche dichiarano che non si alleeranno mai e poi accade il contrario?
Vi è mai capitato di intuire che politica manipola l'informazione? Politica a parte, quante notizie false (bufale) circolano in rete e quanti di noi ci credono solo perché l'abbiamo letto su internet. Se c'è su internet è vero, se lo dice il Grande Fratello è vero. Noto una forte ed inquietante analogia.
Preferiamo parlare, invece, delle varie riforme scolastiche che da quando ho memoria stanno abbassando il livello culturale degli studenti? Un popolo ignorante fa comodo al governo.
L'aberrazione più grossa del Grande Fratello sta nell'abolire la lingua. Questo passaggio è quello che più mi ha scosso e sul quale vorrei soffermarmi.
La neolingua adotta solo parole molto semplici e con le quali non è possibile formulare un pensiero complesso, perché dai pensieri complessi potrebbe nascere un sentimento di rivolta. Ma se la parola "prigionia" non esiste, e se il concetto si perde generazione dopo generazione, allora la prigionia stessa non esiste.
Mi è tornata alla memoria una vecchia lezione di storia dove studiai che le prime incursioni romano cristiane in Egitto, distrussero letteralmente tutte le pergamene con i geroglifici, ed imposero il divieto di utilizzo di quella scrittura a favore del latino; distruggendo di fatto la cultura egiziana. E' facile capire che dopo appena due generazioni, i nuovi nati, anche di fronte ad un ritrovato antico avrebbero, visto solo dei bei disegni senza capirli. Per fortuna grazie alla Stele di Rosetta sono riusciti a recuperare il significato alcune parole, perse per 1500 anni.
Quello della lingua tra l'altro è un problema piuttosto attuale. Andrea Camilleri, nella sua ultima pubblicazione "La rete di protezione" ci mostra Montalbano in un bar, raduno di ragazzini di 13 anni. Egli, nonostante il suo intento fosse quello di ascoltare una conversazione, non riesce a coglierne il significato perché le nuove generazioni hanno sviluppato un linguaggio sempre più semplice (Accademia della Crusca docet) e spesso mirato alla tecnologia – tanto da spingere il giornalista Davide Guadagni a scrivere un vero e proprio dizionario dell'antilingua.
Somiglianze sconcertanti tra 1984 (romanzo) e 2017 (oggi) che non è facile riassume per me in modo adeguato, ma sicuramente sufficienti a spingermi nel fare considerazioni a caldo. Per questi motivi, rispetto, ma non concordo con chi pensa che lo scenario proposto da Orwell non sia plausibile, perché ritengo che lo stiamo, un poco per volta, vivendo.
La parte centrale del romanzo, dove il personaggio principale comincia a leggere il libro della fratellanza, è un vero e proprio manuale di socio politica.
Di seguito uno stralcio del filosofo americano Noam Chomsky deliberatamente tratto da http://www.tecnicadellascuola.it/item/13705-chomsky-il-principio-della-rana-bollita-e-il-popolo-senza-nessuna-opposizione.html
Il principio della rana bollita: Immaginate in un pentolone pieno d'acqua fredda, nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l'acqua si riscalda pian piano.
Presto l'acqua diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole. La temperatura sale. Adesso l'acqua è calda, un pò più di quanto la rana non apprezzi. La rana si scalda un pò tuttavia non si spaventa. Adesso l'acqua è davvero troppo calda, e la rana la trova molto sgradevole. Ma si è indebolita, e non ha la forza di reagire. La rana non ha la forza di reagire, dunque sopporta. Sopporta e non fa nulla per salvarsi. La temperatura sale ancora, e la rana, semplicemente, finisce morta bollita. Ma se l'acqua fosse stata già bollente, la rana non ci si sarebbe mai immersa, avrebbe dato un forte colpo di zampa per salvarsi.
Società, ai Popoli che accettando passivamente, il degrado, le vessazioni, la scomparsa dei valori, dell'etica, ne accettano di fatto la deriva.
Questo principio può essere usato anche per il comportamento delle Persone inerti, immobili, remissive, rinunciatarie, noncuranti, che si deresponsabilizzano di fronte alle scelte.
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Commenti
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Stavo pensando di rileggere "La fattoria degli analimali" che lessi da ragazzino quando l'estate i miei mi spingevano a leggere almeno un paio di libri. Sicuramente all'epoca non sono riuscito comprendere il suo reale significato.
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Ottimo commento tutto, mi hai fatto venir voglia di riprenderlo in mano.