Dettagli Recensione
Noia spaziale
Il sottile senso di noia che ha accompagnato quasi ininterrottamente la lettura di questo romanzo, definito dai più uno fra i migliori di Asimov, deve pur significare qualcosa.
E' vero che la fantascienza non è decisamente nelle mie corde e che certi concetti di fisica rendono alcune pagine poco masticabili ai profani, ma qualche difetto oggettivamente rilevabile, a ben vedere, non manca.
C'è, innanzitutto, una narrazione che ad un certo punto assume connotati vagamente fumettistici e sempre meno verosimili, e un generale appiattimento dei personaggi (quelli femminili sono invariabilmente attraenti e intelligenti, che siano essenze extraterresti o combinazioni di cellule umane).
C'è quella fissazione che fa tanto anni Settanta verso Terra e Universo, con contorno di tute spaziali e tramonti terrestri, e un paesaggio lunare descritto troppo sommariamente (definire la Luna un pianeta, poi, è uno strafalcione davvero strano in mezzo a tanti complicati concetti di astrofisica).
C'è, infine, una deriva sentimentale che finisce di guastare l'insieme già abbastanza raccogliticcio.
Il linguaggio, almeno nella traduzione italiana, è ben articolato, i dialoghi scorrevoli e la parte centrale piuttosto originale (l'erotismo fra triadi “paraumane” merita senz'altro una menzione), ma tutto questo non mi ha impedito di controllare spesso il numero di pagine mancanti alla fine e di arrivare con sollievo all'ultima.