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Alla volta del corpo umano...
Correva l’anno 1966 “Viaggio allucinante” (“Fantastic Voyage”) fu pubblicato per la prima volta quale trasposizione letteraria dell’omonimo – e contemporaneo – film di Richard Fleischer. Commissionato dalla Bantam Books, l’opera venne divulgata appena sei mesi prima dell’uscita della pellicola, carattere questo che ha spesso indotto a ritenere quest’ultimo tratto dalla penna del naturalizzato statunitense.
Ma veniamo alla trama. Siamo in una fase di stallo, stallo che per il lettore moderno si traduce in quel periodo denominato “Guerra fredda”, protagonista indiscussa degli anni successivi al Secondo Dopoguerra (n.b. nel testo, salvo che per un riferimento alle istruzioni da parte di Michaels in cui si citano testualmente gli USA, non si parla mai in prima persona degli stati coinvolti, a tal proposito, per distinguere le parti, è adottato il riferimento “noi” e “loro”). Nessuna delle due fazioni è munita dei mezzi scientifici e tecnologici necessari per sovrastare l’altra, Benes, scienziato acuto e all’avanguardia presuntivamente dell’altra parte (perché alla fine chi può garantirci sul serio che le informazioni che trasmetterà alla fazione protagonista non siano il risultato di un accordo col nemico? Chi può assicurarci che non abbia a questo venduto le stesse scoperte?), è riuscito a venire a capo di quel segreto che potrebbe fare la differenza e portare l’un fronte a prevaricare sull’altro.
Ed è così che quando quel vecchio modello di aereo arriva trasportando l’illustre uomo di scienza e la sua scorta, l’agente dei servizi segreti Charles Grant, i giochi sembrano fatti e la missione compiuta. Lasciato lo studioso in mani sicure, il militare si dedica al meritato riposo post mandato. Un non preventivato sinistro riporta però Charlie nei giochi talché, prelevato e condotto nelle segrete del CMDF (Combined Miniature Deterrent Forces), viene investito di un nuovo incarico: Benes è rimasto gravemente ferito nella colluttazione e soltanto con un intervento dall’interno l’embolo celebrale, che ne sta pregiudicando le sorti, potrà essere rimosso. Le informazioni di cui il degente è a conoscenza sono troppo importanti per desistere, ne va del futuro dell’intero pianeta, è impossibile non fare un tentativo atto a ripristinare le sue condizioni di salute.
Ed è così che la squadra composta da Charles Grant, nominato fautore delle decisioni operative, il Dott. Michaels, fisiologo esperto del sistema circolatorio, il Dott. Duval, neurochirurgo dall’indole chiusa, riservata e sgradevole, l’assistente di quest’ultimo Cora Peterson, venticinquenne diligente e fedele, il Dott. Owens, ingegnere navale, partirà alla volta del corpo umano di Benes a bordo del Proteus onde rimuovere il pericoloso coagulo che intacca la vita della spia.
I viaggiatori avranno a loro disposizione soltanto 60 minuti per adempiere all’ingrato lavoro, lasso temporale ampliato dalla miniaturizzazione ma pur sempre relativo se considerato il compito di cui sono investiti, i pericoli a cui vanno (e andranno) incontro una volta all’interno dell’organismo nonché il rischio, quasi certo, di trovarsi dinanzi ad un traditore, un soggetto che cercherà in ogni modo di confondere le idee e di sabotare la riuscita dell’operazione.
Con una penna chiara, concisa, diretta ed una trama avvincente che conquista sin dalle prime battute, “Viaggio allucinante” è un elaborato intelligente, che funziona e pienamente riuscito. Asimov, non si smentisce, anzi; seppur il luogo e i soggetti trattati siano abbastanza lontani da quelli a cui ci ha abituato, la sensazione provata dal lettore è quella di trovarsi “a casa”, di trovarsi a bordo del Proteus, tanto che non solo pagina dopo pagina è parte integrante delle vicende, ma interiormente si interroga e sul chi sia il traditore, si adotta a riscoprirlo.
Seppur lo scrittore non si sia mai sentito pienamente soddisfatto dell’elaborato, tanto da modificarlo a più riprese per sopperire a quelle da lui definite “madornali incongruenze scientifiche” e tanto da pubblicare nel 1987 un ulteriore capitolo risolutivo intitolato “Destinazione Cervello” (Fantastic Voyage II: Destination Brain), lo scritto si presenta quale una piccola perla del filone fantascientifico classico semplicemente imperdibile. Da leggere, un po’ per conoscere un Asimov “diverso” un po’ per non perdersi un testo a sua firma ingegnoso e fuori dagli schemi.
Piccola precisazione per gli appassionati: “Destinazione Cervello” (Fantastic Voyage II: Destination Brain) è il risultato della volontà di raccontare la storia dal punto di vista propriamente scientifico. Non si tratta di un sequel de “Viaggio allucinante” bensì di un episodio a se stante, indipendente, e per questo, parallelamente ambientato in Unione Sovietica e con differenti personaggi. Non facile da trovare in libreria, ma se ve ne dovesse capitare tra le mani una copia, non fatevela scappare, merita pienamente.
«Allora dovranno provarci. Una volta eliminato l’impossibile, qualunque cosa resti, per rischiosa che sia, per esile che sia la speranza, è ciò che dobbiamo tentare. Quali problemi comporta l’arresto del cuore?» p. 108
«”In quale senso?””In quello che intendo io. Dopotutto non si tratta di questa parte o dell’altra. Ormai non ha più senso distinguere l’umanità tra buoni e cattivi. Sono sinceramente convinto che il nostro modo di agire abbia come obiettivo il mantenimento della pace, e voglio dare il mio contributo, per piccolo che sia, perché ci si avvicini a raggiungerlo. Non mi sono offerto volontario per questa missione, ma visto che sono in ballo…” » p. 142