Dettagli Recensione
Un piacevole passatempo
Il quarto episodio delle avventure di Starr e del suo pard marziano Bigman segna un mezzo passo falso: pur trattandosi del più corposo dei romanzi letti finora, presenta una trama insolitamente debole per un attento architetto come Asimov. La vicenda gialla si rivela ben presto di facile prevedibilità, se non altro per la scarsità di personaggi coinvolti, mentre alcuni spunti vengono inopinatamente lasciati perdere: se il Dottore aggiunge un certo numero di tasselli alla ‘costruzione’ della società dei perfidi Siriani, inspiegabile pare l’abbandono della caratterizzazione riguardante le creature abitanti il sottosuolo di Mercurio. Il duo viene spedito sul primo pianeta per indagare su degli strani sabotaggi a un progetto che vuole combinare iperspazio e uso dell’energia per ottimizzare il clima terrestre e magari pure quello degli altri pianeti: per trovare il bandolo, i nostri devono prima combattere contro il perfido emissario di un nemico ‘politico’ del Consiglio delle Scienze e poi avventurarsi sotto e sopra la superficie, dove le temperature sono per forza di cose estreme (il romanzo fu scritto quando ancora si pensava che rotazione e rivoluzione mercuriane fossero di uguale durata e perciò una lato fosse sempre esposto ai raggi del vicino Sole). Malgrado le inesattezze, è proprio la parte scientifica combinata alla dimensione avventurosa a rialzare le quotazioni del libro, sia che si tratti delle installazioni e dei progetti portati avanti su Mercurio, sia nella ricostruzione della sua geografia e dei suoi panorami: da ricordare almeno quella sorta di piano sequenza che racconta l’alternanza dei colori sul paesaggio che si dispiega davanti agli occhi di Lucky man mano che si inoltra sulla faccia illuminata, nonché il suo procedere sulla stessa fino all’incontro con il robot che si trasforma in un duello che sta tra la partita di scacchi e il balletto a bassa gravità.