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La forza vincente dell'ottimismo
Mark Watney è un astronauta. Fa parte della spedizione Ares III, atterrata sulla superficie di Marte per l’esplorazione del pianeta. Purtroppo, però, la missione, a causa di un'improvvisa e violentissima tempesta di sabbia, è abortita. I suoi compagni, tutti i suoi compagni, sono decollati nuovamente per l’orbita e sono ripartiti alla volta della Terra, credendolo morto. Tuttavia , lui è vivo e conta di restarci ancora per parecchio tempo, almeno sino a quando qualcuno non verrà a recuperarlo.
Da questo momento, quindi, inizia per Mark una pervicace, accanita lotta contro le condizioni ostili del pianeta e contro l’accumularsi di una incredibile serie di eventi sfavorevoli che rischiano di vanificare i suoi commoventi sforzi. Scontato l’happy end di un romanzo che è anche, in certi risvolti, un piccolo trattato scientifico.
Dopo aver terminato la lettura del romanzo, alcuni mesi fa, mi sono sentito cambiato, più allegro ed ottimista. In effetti la qualità migliore del libro è proprio quella ventata di positività ed entusiasmo che riesce ad infondere. Il personaggio di Mark Watney è godibilissimo, riuscendo a fare dell’umorismo (magari, talvolta, a denti stretti, ma sempre esilarante) anche nelle circostanze più estreme e demoralizzanti.
La storia non è propriamente un racconto di fantascienza, poiché i personaggi si muovono in un contesto che, se non è proprio attuale, quantomeno sfrutta potenzialità e tecnologie che saranno disponibili tra qualche anno. Poi, scientificamente e con buona correttezza, ci viene spiegato come ogni conquista del “marziano”, anche quelle che appaiono più miracolose, possono essere ottenute con l’applicazione lucida ed attenta di conoscenze già in nostro possesso.
Il mirabolante salvataggio di Mark, ricorda analoghe vicende sia letterarie che cinematografiche, ma ciò che più colpisce e la credibilità di cui tutta la vicenda è intrisa. Lo stile - agile, che mai indulge in facili tonalità drammatiche, ma che appare, sotto certi aspetti, quasi una cronaca giornalistica - è un valore aggiunto del libro.
Conclusivamente “Il Sopravvissuto” è un ottimo romanzo, consigliato a tutti, anche a chi storce il naso di fronte alla produzione della classica science-fiction.
Una avvertenza: in Italia il volume è apparso sotto due diversi titoli “L’Uomo di Marte” (traduzione dall'originale inglese “The Martian”) e “Il Sopravvissuto – The Martian”. Questo secondo titolo è ispirato a quello del film tratto dal romanzo, ma il contenuto è il medesimo.