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life on mars....
Oggi vado a recensire uno dei migliori besteller americani dell'ultimo periodo ovvero the martian.
In molti si troveranno in disaccordo con me e può andare benissimo ma a me questo libro ha trasmesso emozioni contrastanti e il che lo rende unico nel suo genere.
Iniziamo con il descrivere la trama che si può riassumere così: un uomo viene "abbandonato" su Marte da parte dei suoi compagni di missione per una svista-se così la vogliamo chiamare. In realtà l'astronauta è vivo e vegeto e ora dovrà trovare ogni piccolo espediente per sopravvivere sul pianeta Rosso,nella speranza che la NASA o i suoi stessi compagni si accorgano dell'errore...per far notare ciò il personaggio cercherà di comunicare con la Nasa tramite delle apparecchiature precedentemente inviate su Marte...ce la farà? Come sopravvivrà a questo "inconveniente"? In poche parole questa è la trama che ha ispirato anche l'omonimo film diretto da Ridley Scott
Bene detto ciò posso dire che il libro tratta uno dei miei temi preferiti ovvero la solitudine. Qui viene affrontata in maniera soft, così almeno pensavo io, ma alla fine mi sono accorto è il personaggio che fa rende soft tale solitudine.
È proprio il personaggio il punto su cui più mi vorrei soffermare, infatti esso sopravvive sul pianeta rosso armandosi di..... ottimismo. Si è questo ciò che gli permette di sopravvivere, perchè anche quando sembra scomparire la già flebile speranza di sopravvivere il protagonista si arma di ottimismo,pazienza ed umorismo e risolve il problema. Io essendo una persona di natura pessimista ho trovato tutto ciò incredibilmente affascinante e anche nuovo a dire il vero. Un'altra cosa che viene sottolineata nel libro é l'importanza delle piccole cose, difatti Mark(protagonista) stando su Marte riesce ad apprezzare ogni piccolezza, ogni contatto umano che riesce a creare con la NASA per lui é una gioia.... insomma apprezza cosa da noi ritenute futili, cose come la semplice interazione umana..... altro punto a favore del libro sono il come il protagonista impegni se stesso per venire a capo di ogni piccolo o grande problema, il tutto viene spiegato accuratamente anche con l'uso di teoremi scientifici ed il ciò a volte blocca e rallenta il periodo di narrazione ma nulla di irreparabile.
Una delle cose che viene criticata al libro è il come l'astronauta venga salvato dal governo. Posso capire che lo spendere cifre ragguardevoli per salvare un'astronauta possa essere un pò no sense visto che ci sono milioni di persone che periscono per la fame, ma a mio modo di vedere l'autore voleva solo sottolineare la solidarietà umana. Una cosa che oggigiorno si sta perdendo perchè il mondo è sempre più egoista.... quindi la critica mi sembra anche un pò futile, ma sono opinioni.
L'ultima cosa che voglio analizzare è lo stile, che a mio dire è molto lineare e il ciò con la presenza di formule e spiegazioni scientifiche è molto utile poiché le 2 cose si bilanciano fino a raggiungere l'equilibrio ottimale. Altra cosa che mi ha colpito è la presenza ogni tantum di un narratore esterno ed onniscente.... una vera chicca, poichè il libro è una sorta di raccolta di pagine di diario e quindi il cambio di narratore rende la lettura più interessante.
In definitiva ve lo consiglio assolutamente anche solo per capire da dove proviene la fama dell'ononima trasposizione cinematografica.
"Se un'escursionista si perde in montagna,ci sono persone che coordinano una spedizione di ricerca. Se un treno deraglia, c'é gente che si mette in fila per donare il sangue. Se un terremoto rade al suolo una città, c'è gente che da tutto il mondo invia rifornimenti. Tutto questo è così fondamentalmente umano che si riscontra senza eccezioni di culture."