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Don't panic!
«È un fatto importante, ancor che comunemente noto, che le apparenze molto spesso ingannano. Per esempio, sul pianeta terra, l'uomo ha sempre pensato di essere la specie più intelligente del pianeta, quando invece era la terza. Secondi in ordine di intelligenza: i delfini, i quali, alquanto singolarmente, erano a conoscenza da tempo dell'imminente distruzione del pianeta terra. Avevano tentato più volte di avvertire l'umanità del pericolo, ma i loro segnali venivano interpretati come simpatici tentativi di colpire il pallone o fischi per ottenere succulenti bocconcini. Così alla fine decisero di lasciare la terra coi loro mezzi. L'ultimo messaggio in assoluto venne interpretato come un incredibilmente sofisticato tentativo di doppio salto mortale rovesciato nel cerchio fischiando l'inno americano, ma in realtà il messaggio era questo: "addio e grazie per tutto il pesce"».
Se siete amanti della fantascienza classica avvicinarsi al mondo creato da Douglas Adams è il modo migliore per mettervi alla prova, per conoscere di un qualche cosa di assolutamente inusuale e che di conseguenza può piacere come non. Una sensazione di apparente caos è infatti quella che colpisce il lettore sin dalle prime pagine del racconto. Tutto ha inizio da un disguido, un ordine di revoca non giunto per tempo a cui segue l’inevitabile distruzione della Terra. Ford Perfect, abitante del Pianeta Blu ma in realtà originario di Betelgeuse, sentito il campanellino d’allarme ben decide di fuggire portando con sé quello che forse sarà l’ultimo terrestre della storia; Arthun Dent.
E fra presidenti galattici dediti allo scandalo, extraterrestri imbarazzanti, robot depressi, potenti topi e chi più ne ha più ne metta, il racconto prende campo e si sviluppa nei suoi 5 libri in modo diverso e con un differente grado di piacevolezza. Se infatti i personaggi si fanno da subito apprezzare, colpendo chi legge sin dalle prime battute – e considerate che l’intreccio narrativo si sviluppa tra eventi l’uno più assurdo e surreale dell’altro – con il proseguire dei capitoli, ahimé le perplessità aumentano. La confusione iniziale non solo accresce, ma vuoi perché l’argomento è vasto, vuoi perché nell’irrazionale ha rischiato di perdersi lo stesso autore, irrimediabilmente una è la domanda che inizia a far capolino nella mente dell’esploratore, ovvero; dove vuoi andare a parare caro Adams?
Comunque, la Guida resta una serie piacevole seppur non indimenticabile, dove il suo essere “fuori dagli schemi” è al tempo stesso il suo lato positivo nonché negativo. O si ama, o si odia. Una cosa è certa, se come me siete abituati ad Asimov, Bradbury, Philip K. Dick e tutti gli altri guru della fantascienza, non sarà facile per voi farvi catturare da questo universo strettamente ai confini del fantasy. Forse è il linguaggio che non mi ha particolarmente coinvolta, o forse semplicemente sono io a non essere riuscita a mettermi in linea d’onda con Douglas ma a distanza di molto tempo dalla sua lettura, a tutt’oggi persistono in me le perplessità che riscontravo al momento della prima scoperta dell’opera.
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Hai centrato il punto, non ero nella giusta predisposizione, l'ho iniziato e me lo sono trascinato in un momento non adatto e questo probabilmente me ne ha pregiudicato la bellezza.
In più conta che vengo da una ""scuola ""di fantascienza lontana anni luce da questo genere di humor, non ero (forse) semplicemente pronta alla scoperta o forse ancora non è il romanzo per me..
Seguiró il tuo consiglio, lo rileggerò tra qualche anno in un clima migliore, sperando così di potergli rendere giustizia.
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Buon commento.
Vale.