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La solitudine di un uomo su Marte.
Leggendo questo romanzo, non si può non ricordare l’impatto che ebbe nella nostra gioventù l’indimenticabile storia del naufrago Robinson Crusoe, narrata circa trecento anni fa da Daniel Defoe : solo, su un isola apparentemente deserta, se la cavò per anni tra mille pericoli, sopravvivendo ad insidie di ogni genere. Novello Robinson, l’astronauta Mark Watney, disperso su Marte durante una tremenda tempesta di sabbia, viene ritenuto morto e abbandonato dall’equipaggio della missione Ares 3, costretto ad iniziare il volo di rientro sulla Terra : ma l’astronauta è sopravvissuto miracolosamente, e dovrà affrontare con i mezzi a disposizione mesi di totale solitudine e innumerevoli problemi da risolvere. Mark tiene un diario su cui annota con ironia le difficoltà che deve affrontare, affidandosi alla sua specifica preparazione ed alle nozioni di botanica (la sua specialità) che gli permetteranno addirittura di approntare una coltivazione di patate in ambiente protetto. I viveri sembrano sufficienti, le scorte di acqua sono razionate, le apparecchiature lasciate su Marte ( ossigenatori, depuratori, pannelli solari e via dicendo) controllate e continuamente riaggiustate tengono impegnato il nostro eroe, determinato caparbiamente a sopravvivere ed a sperare in un aiuto che oggettivamente sembra solo una vana speranza. Ma sulla Terra arrivano segnali, i contatti radio sono saltuariamente riattivati, la speranza si riaccende: Mark dovrà affrontare prove durissime, una nuova tempesta di sabbia, un viaggio avventuroso di migliaia di chilometri a bordo di un rover stracarico sino a raggiungere il cratere Schiapparelli dove la speranza di sopravvivere si concretizzerà.
Andy Weir, programmatore di computer ed esperto in informatica, ha scritto un grande romanzo d’avventure (da cui è stato tratto il film di straordinario successo di Ridley Scott, The Martian, con Matt Demon). Si dirà che è un romanzo per pochi esperti, date le numerose pagine fitte di nozioni di astrofisica, chimica, fisica, fisiologia, elettrotecnica, meccanica, con dati e calcoli complicati che ad un comune lettore potranno sembrare astrusi e troppo specialistici: nello svolgersi però dell’intera vicenda trovano la loro giusta collocazione, annotati sul diario di un uomo solo su un pianeta a lui sconosciuto, costretto continuamente a fare i conti per non farsi mancare aria, acqua e cibo. La solitudine è la grande protagonista: una solitudine in cui un uomo non si abbandona ad un destino apparentemente infausto, ma, aggrappandosi al primordiale istinto di sopravvivenza, mette a frutto ogni risorsa del suo ingegno e delle sue conoscenze per salvarsi. Il tutto, ed è importante sottolinearlo, con uno spiccato senso dell’umorismo, che induce lo straordinario protagonista a considerare anche negli eventi più avversi sempre e comunque il lato positivo e rimediabile. Un romanzo da leggere, per coglierne il vero messaggio.