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Le irridenti e folli opzioni di Mishkin
Tom Mishkin è un pilota di astronave in un volo di routine per il trasporto di merci tra pianeti, quando il "guasto che non può mai verificarsi" puntualmente accade: una avaria al motore principale. Poiché non c'è possibilità di proseguire, su consiglio del computer di bordo, l'astronauta atterra sul vicino pianeta di Harmonia, ufficialmente disabitato, ma sede di un magazzino d'emergenza. Qui dovrebbe esserci il pezzo di ricambio necessario a riparare l'avaria. Tutto semplice? No, perché, come fatalmente avverte lo stesso computer "complicazioni ce ne sono sempre". Infatti Mishkin si troverà costretto ad una vera odissea alla ricerca del pezzo di ricambio, che, alla fine, diverrà solo un tenue filo conduttore per giustificare il susseguirsi degli avvenimenti, sempre più strampalati, fino ad una conclusione del tutto inaspettata.
Mentre girellavo in libreria tra gli scaffali dei remainders il mio occhio è caduto su un nutrito gruppo di volumetti di Urania, la collana di fantascienza di Mondadori. In particolare sono stato attratto da un libricino, ingiallito dal tempo, il cui autore, però, mi è particolarmente caro: Robert Sheckley, genio di grande inventiva, sempre divertentissimo. Il titolo mancava alla mia collezione e, quindi, non ho esitato ad acquistarlo.
Chi conosce Sheckley sa che da lui ci si può aspettare tutto ed il contrario di tutto, ma debbo confessare che, anch'io, sono rimasto stupefatto da quanto ho scoperto leggendo “Opzioni”.
Per la verità l'autore prudenzialmente, inizia la sua narrazione con questo
"AVVISO - Le regole della normalità saranno temporaneamente sospese e nuove regole verranno istituite. Può darsi che quelle nuove siano diverse dalle vecchie. Non verrà fornito alcun indizio riguardo alle nuove regole.
La cosa migliore da fare è evitare situazioni conflittuali, passare il resto della giornata a letto, calmarsi.
O, se vi sembra noioso, potrei portarvi a fare una galoppata"
Nonostante l’avvertimento, io non mi sono messo a letto né sono andato al galoppatoio, ma neppure mi aspettavo che il romanzo, in pochissime battute, perdesse qualsiasi parvenza di unità e logica, disgregandosi in una miriade di rivoli narrativi, storie senza inizio e senza fine, senza consequenzialità, senza coerenza e senza logica, neanche la più folle.
I capitoli sono, per lo più, formati da pochissimi paragrafi e, in ognuno di essi, il nostro eroe si trova sbalzato in situazioni sempre diverse, sempre più folli e sconclusionate. Inoltre il racconto viene frammezzato e spezzettato ulteriormente da inserti dal sapore onirico quando non del tutto allucinato. In ogni singolo frammento è possibile trovare una potente frecciata a questo o a quel modo conformistico di intendere le cose o di fare letteratura, ma non si fa a tempo a entrare in sintonia con quei concetti che la scena cambia repentinamente, costringendo ad un continuo lavorio per adattarsi.
Alla fine per questo incessante vorticare di cose, fatti, concetti, osservazioni, visioni, pensieri, descrizioni, che girano attorno come in una giostra che ruoti a tutta velocità, tutto sfuma in un caleidoscopio di immagini e sensazioni e viene da chiedersi se ci si trova di fronte ad un vero parto di genio della letteratura o alla presa in giro più assoluta. Concludendo, questo romanzo o lo si odia totalmente o lo si ama alla follia (ed il termine non è casuale).
Ho deciso di accettarlo per quello che è e farmi trascinare nel suo vortice insano di irridente pazzia al punto da considerare con parziale disappunto la conclusione. In essa l'autore sembra voler cercare una spiegazione razionale alle pagine che precedono: tutto sommato, era meglio abbandonare il lettore nell'aura soffusa dell'allucinazione.
Una postilla. Quando s'è trattato di esprimere i voti sono rimasto indeciso: come quantificare stile, contenuto e piacevolezza quando non esiste contenuto (o sono infiniti?), lo stile muta da pagina a pagina mentre l'apprezzamento è frutto solo dell'abilità del lettore di adattarsi a questa narrazione psichedelica? Sia zero stelle che infinite stelle sarebbero state adeguate, ma contemporaneamente inappropriate. Ho deciso per un atto d'amore per Sheckley concedendogli il massimo qui consentito: in fondo il divertimento è stato assicurato, anche se nel modo più bizzarro.
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Commenti
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Ti consiglierei innanzi tutto le antologie di racconti (in cui eccelleva): "Mai toccato da mani umane", "Giardiniere di uomini", "Fantasma Cinque", per poi passare ai romanzi. Ti cito quelli che a me piacciono di più in ordine crescente di "follia": "Gli orrori di Omega", "Scambio mentale", "Il difficile ritorno del signor Carmody". Una volta "vaccinato" puoi affrontare anche "Opzioni" che ritengo sia decisamente al di là del bene e del male...
Dimenticavo: "La decima vittima" (anche questa un'antologia) dal racconto eponimo Elio Petri trasse un film non disprezzabile.
Grazie per l'apprezzamento.
Ferruccio
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Ferruccio