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Pirata spaziale
Ho cominciato a leggere il romanzo spinto dalla curiosità e dal successo del film, che non ho visto. Il fascino della lettura, la capacità che possiede lo scrittore di far immaginare al lettore quello che non è scritto, è qualcosa che non appartiene al cinema. Quindi in attesa di vedere gli spettacolari effetti speciali (che solo il cinema sa dare) mi sono immerso in questa singolare lettura.
Certo che se tutto il libro fosse stato come la parte iniziale l'avrei abbandonato subito. Inizialmente i calcoli che il naufrago Mark effettua per cercare di risparmiare anche la più piccola particella di azoto, sembravano interessanti ma alla lunga non danno alcun valore aggiunto. Solo più tardi ho capito che è proprio nell'intenzione dell'autore manifestare tutto quello che passa per la testa a Mark, d'altronde era a rischio la sua vita. L'unico modo per non cadere in totale catatonia, inoltre è proprio quello di continuare a tenere attivo il cervello in calcoli e parlando da solo.
Alla mia richiesta di aiuto Houston risponde. Infatti da quel momento in poi il libro rimbalza tra Marte e la Terra, dove la NASA si è accorta che Mark è ancora vivo e cerca con ogni mezzo di riportarlo a terra. Mark non lo sa, non può saperlo. I suoi piani di sopravvivenza potrebbero contrastare quelli di salvataggio della NASA. Dopo giorni e notti di studi finalmente Terra e Marte si mettono in contatto. Forse c'è speranza. Forse l'equipaggio che, inconsapevolmente l'ha lasciato su Marte, può tornare indietro a prenderlo a rischio della propria vita. Il dibattito è tra un alto rischio che Mark riesca da solo ad attendere la prossima missione o il basso rischio del salvataggio immediato che però mette a repentaglio altre cinque vite. Una guerra interna alla NASA tra rischio, fattibilità e rientro delle spese.
Un buon romanzo che fa capire i valori della vita e quanto sono importanti le piccole cose che circondano, specialmente quando non possiamo più averle. Peccato per le parti più tecniche che fanno abbassare un po' la tensione ma che ritengo indispensabili per dare più credibilità a tutto.
Unico neo, secondo me, è nello stile un po' piatto, lontano (per esempio) da Niccolò Ammaniti che ho letto di recente, ma questo non ha compromesso la lettura.
Adesso sono pronto per vedere il film e dire la fatidica frase "Bello, ma sempre meglio il libro".