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Il secondo libro dei robot
 
Il secondo libro dei robot 2015-10-18 21:18:04 Rollo Tommasi
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Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
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Rollo Tommasi Opinione inserita da Rollo Tommasi    18 Ottobre, 2015
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Metallo ed emozioni

Con la prima raccolta di racconti sui robot (datata 1950 ed intitolata “Io, robot”), Isaac Asimov inaugurava all'epoca una visione in controtendenza: rispetto ad una fantascienza fatta di pericolosi invasori di metallo o comunque di bellicosi mostri meccanici, egli proponeva macchine fabbricate dall'uomo semplicemente per servirlo.
Robot vincolati dai loro creatori – gli scienziati della U.S. Robots and Mechanical Men Corporation – alle famosissime “Tre leggi della robotica”:
1. Un robot non può recare danno ad un essere umano, né permettere che, a causa della propria negligenza, un essere umano subisca danno;
2. Un robot deve sempre obbedire agli ordini degli esseri umani, a meno che contrastino con la Prima Legge;
3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questo non contrasti con la Prima o la Seconda Legge.
In quel primo libro – oggetto di una recente trasposizione cinematografica interpretata da Will Smith – il “gioco” di Asimov era di verificare l'applicazione delle suddette leggi in nove situazioni-limite che diventavano appassionanti esercizi logici proposti ai lettori.

Ne “Il secondo libro dei robot”, Asimov riprende lo stesso schema in otto racconti e, per la metà di essi, la stessa protagonista umana: la dottoressa Susan Calvin, specializzata nel decifrare la psicologia dei robot e dei loro cervelli positronici.
In realtà, le prime quattro storie fungono da introduzione al mondo futuristico ideato dalla scienziato e scritture naturalizzato statunitense. “Al-76”, in particolare, è la narrazione di un divertente paradosso: quello di un robot programmato per svolgere un compito sulla Luna e che, liberato per errore sulla Terra (che non riconosce), è determinato comunque a compiere la sua missione tecnica. Tra i primi racconti spicca anche “Se saremo uniti”, rilettura della guerra fredda come minacciosa corsa alla progettazione di umanoidi da parte delle superpotenze Usa e Urss.
Nella seconda metà del libro entra in scena Susan Calvin, la donna frustrata e poco attraente che si dimostra geniale quando si tratta di interpretare il comportamento robotico in funzione delle Tre leggi: ogni apparente condotta “deviata” è spiegabile alla luce delle stesse.
Stavolta però, a differenza del primo libro, ad essere privilegiata non è l'interpretazione logica nell'applicazione delle Tre leggi bensì il “corto circuito” creato da emozioni e sentimenti. Per imprevedibili difetti di fabbricazione, per scherzo del caso o per l'esigenza di assecondare quanto più possibile i desideri umani, si assiste all'esistenza di un robot bambino, allo scontro tra un professore universitario e un robot correttore di bozze, e così via.
Mentre “Io, robot” si incentrava sulle implicazioni, spesso imprevedibili, delle leggi innestate dall'uomo nel nucleo costitutivo di ciascun robot, è evidente come questo secondo libro verta sul dualismo tra uomini e robot , sul conflitto interiore di una umanità combattuta tra la paura di ciò che è diverso e la tentazione di antropomorfizzare ogni forma di vita (anche artificiale).
Alla fine, pur restando godibile (specie nei racconti citati), “Il secondo libro dei robot” appare meno omogeneo del primo e forse, per questo, meno coinvolgente.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Asimov (che nel genere fantascienza è un unicum).
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Commenti

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Rollo, sono mortificato... il maledetto tablet ha convertito la mia intenzione (le tre leggi della robotica mi hanno deliziato) in "non mi piace". Chiedo alla q-redazione se possono variare, scusami tanto. Un caro saluto,
Bruno
In risposta ad un precedente commento
Rollo Tommasi
19 Ottobre, 2015
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Ciao Bruno. Ma scherzi? Sono cose che possono capitare. Intanto incasso il tuo apprezzamento per dichiarazione espressa e me lo tengo :)
Salve Rollo.
Il tuo bel commento mi fa capire che qui Asimov non è al meglio. Secondo te, con quali testi conviene iniziare per conoscere l'Autore?
Bel commento Rollo, esaustivo e ben argomentato. Concordo con te sulla coinvolgenza non completa, ho riscontrato anch'io le tue medesime sensazioni nella lettura.
Grazie ancora per la tua completa recensione :-)
In risposta ad un precedente commento
Rollo Tommasi
19 Ottobre, 2015
Ultimo aggiornamento:
19 Ottobre, 2015
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Ciao Emilio. La risposta alla tua domanda è piuttosto articolata, in quanto Asimov ha legato in senso logico e cronologico molte delle sue opere (di sicuro molte delle più famose). Se vuoi seguire questa linea, allora devi iniziare con il "ciclo dei robot", nel quale i suoi umanoidi sono ai primordi. Il ciclo dei robot ê composto da una trilogia che ha una venatura "gialla": in un mondo dove l'approccio tra umani e macchine è influenzato dalla diffidenza dei primi verso i secondi, si verificano degli omicidi. Naturalmente i pregiudizi spingono ad accusare i robot. Questa trilogia è composta da "Abissi d'acciaio", "Il sole nudo", " "I robot dell'alba" (collegati cronologicamente come una delle trilogie che oggi vanno per la maggiore).
Se invece vuoi seguire un criterio diverso, legato a qualcosa di più conosciuto, puoi partire con "Io robot", raccolta di racconti che cronologicamente viene subito dopo il ciclo dei robot; oppure puoi partire con un romanzo a parte come "Nemesis", che può farti capire Asimov senza toglierti il gusto di intraprendere successivamente i vari cicli asimoviani (il più bello dei quali è sicuramente quello sulle fondazioni).
Se non sono stato chiaro, chiedimi ciò che ti interessa sapere. Ciao
In risposta ad un precedente commento
Rollo Tommasi
19 Ottobre, 2015
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Grazie Mian. Fa piacere sapere che si sono avute le stesse impressioni. Sei un'appassionata di Asimov?
siti
20 Ottobre, 2015
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Avevo letto e apprezzato "Io, robot" iniziandomi alla lettura di genere fantascientifico, Asimov è sicuramente un grande scrittore, geniale, spero di poterlo approfondire.
Ti ringrazio, Rollo. Sei stato chiarissimo.
In risposta ad un precedente commento
Rollo Tommasi
20 Ottobre, 2015
Segnala questo commento ad un moderatore
Asimov è grande, Laura: i suoi libri - niente di trascendentale sotto il profilo dello stile - tuttavia... respirano. Sulla famigerata isola deserta porterei la sua "Trilogia della fondazione" è poco altro...
Ottima recensione Rollo...io di Asimov ho letto "Il ciclo delle fondazioni", non mi è dispiaciuto ma lo ammetto, Asimov non è molto nelle mie corde...tra l'altro ho iniziato proprio con un bel mattone!
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