Dettagli Recensione
Uccidere la cultura
La fantascienza negli anni ’50 era immaginare la distruzione dei libri, l’annientamento della cultura. Questo libro è considerato un caposaldo della letteratura, è osannato e celebrato da decenni, ma, se devo essere sincera, anche se vado decisamente controcorrente, a me non è proprio andato a genio. Pur apprezzandone i contenuti, non mi è piaciuto l’”attacco”, l’impostazione, lo sviluppo, il disegno dei protagonisti. Ho sorriso all’idea di fantascientifico che è implicita nel pensare di bruciare lo scibile umano in un immenso fuoco. Sarebbe l’equivalente del pensare, al giorno d’oggi, di riuscire, con qualche bomba, a far tacere gli animi ed a zittire i pensieri. Peccato perché tutta la forza evocativa che tanti riconoscono in questo scritto a me non è proprio arrivata.
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Il romanzo, ovviamente, spinge tutto all'eccesso, proprio per mostrarne l'assurdità, tuttavia è impressionate vedere come certe anticipazioni letterarie si stiano avverando. Bradbury, per quanto ritenuto sostanzialmente un autore di fantascienza, in effetti era più un poeta della letteratura di anticipazione, ma mai come in Farenheit 451 le sue fantasie si sono dimostrate concrete, sempre sperando che le estreme conseguenze non si debbano mai verificare.
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