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Le nebbie di Avalon
 
Le nebbie di Avalon 2015-07-27 15:53:26 Lalli
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Lalli Opinione inserita da Lalli    27 Luglio, 2015
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Affascinante, ammaliante, ma non perfetto

Un libro molto difficile da valutare e da recensire, ma nel complesso mi è piaciuto.
Ho letto diversi racconti e rivisitazioni delle leggende arturiane, ma in nessuna di esse vi era la presentazione della religione dei druidi, il racconto delle terre di Avalon e delle sue Signore.
Il narratore è in terza persona, ma si alterna nei vari punti di vista delle protagoniste, che vengono seguite nella loro crescita dalla nascita fino (per alcune) alla morte. L’intero romanzo finisce per riempire un arco temporale di un’ottantina d’anni.
Di questo libro ho sicuramente apprezzato lo scontro tra cristianesimo e paganesimo, presente dalla prima all’ultima pagina e trattato in modo tutt’altro che banale. Non assistiamo ai soliti cliché attribuiti al cristianesimo nessuna delle due religioni viene definitivamente denigrata e classificata come ‘male’. Ovvio che, in base alla voce narrante, abbiamo diversi punti di vista del credo opposto, ma per bocca di alcuni saggi (primo di tutti Merlino) vengono messi ben in evidenza il buono e gli aspetti positivi che entrambe le religioni possiedono, sottolineando che in fondo non sono così lontane come alcuni dei protagonisti sembrano credere.
È a suo modo toccante il lento e ineluttabile declino del paganesimo e della società matriarcale, soppiantata dalla concezione romana che vede gli uomini come capi famiglia. Contro questo declino si muovono con impegno Viviana e, in seguito, Morgana. Quest’ultima ci viene presentata sotto una luce completamente diversa rispetto a quella tradizionale, la donna infatti non è malvagia, cerca solo di salvare il suo credo e Avalon stessa.
Gli accenni alla religione e alle tradizioni pagane sono indubbiamente interessanti, ma avrei apprezzato una descrizione più approfondita del culto della Dea, che viene spesso accennato e che si capisce essere composto da Misteri, appresi per gradi dai propri iniziati, e che tuttavia non ci vengono bene esplicitati. In compenso è così resa benissimo la malia dell’isola di Avalon, la nebbia, la pace, il mistero, le terre fatate.
Lo stile stesso dell’autrice è piacevole e scorrevole e i diversi punti di vista si seguono con facilità, ma veniamo alle note dolenti:
Gli intrecci amorosi sono davvero pesanti. Il peggiore è probabilmente quello iniziale tra Igraine e Uther, ma anche Ginevra e Lancillotto non scherzano e in alcuni punti sono davvero da latte alle ginocchia. Poi ve ne sono altri che non sto a riportare per evitare spoiler ma che hanno contribuito a rendere l’intera lettura più ostica.
In secondo luogo, ho trovato davvero difficile seguire le infinite evoluzioni di Morgana. Certo, è vero che nel libro viene raccontata tutta la sua vita, da quando è bambina a quando è vecchia, ma Morgana la Fata sembra cambiare idea sulla sua vita con l’alternarsi delle stagioni. Ella cerca di interpretare il volere della sua Dea, ma proprio seguendo quel volere finisce per contraddirsi in più occasioni, solo per poi sembrare improvvisamente illuminata da un’intuizione divina, che poi viene rivalutata come sbagliata. E questo si ripete molte volte in tutta la narrazione, al punto che non riuscivo davvero a ricordare o stabilire cosa fosse giusto che facesse e cosa no. Non so se l’effetto fosse voluto, ma a me ha creato solo confusione.
In conclusione: un libro affascinante che fa riscoprire con occhi nuovi ciò che sappiamo delle leggende arturiane, ma che non raggiunge l’eccellenza a causa di piccoli ostacoli e rallentamenti nella trama.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Chi conosce piuttosto bene le leggende arturiane dovrebbe farsi avanti, perché troverà in questo romanzo pane per i suoi denti!
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Commenti

2 risultati - visualizzati 1 - 2
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Letto (ed amato molto) più di vent'anni fa.
Riletto recentemente non posso che concordare con te.
Sicuramente a quarant'anni certi "artifici" dell'autrice sembrano più scoperti di quanto non apparivano quando ero al liceo. Elementi che peraltro si ripetono da un libro all'altro (penso, in particolare, a "La Torcia", dove abbiamo le Nebbie in salsa Iliade). Ad esempio il tema del potere femminile (in genere buono e bello) contro quello maschile (in genere cattivo e brutto); aspetto che - a mio parere - inficia pesantemente le storie d'amore.
È un libro a cui resto affezionata e che consiglio ai lettori giovani, ma che alla rilettura mostra tutte le sue pecche. Grazie di averlo ricordato.
In risposta ad un precedente commento
Lalli
28 Luglio, 2015
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Credo che proverò a leggere altro dell'autrice, anche se per quanto ho potuto riscontrare nelle Nebbie sono d'accordo con te! Magari tra vent'anni anche io lo valuterò in un'altra luce.
Ciao e grazie del commento!
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