Dettagli Recensione
Mark vs Mars.
Scritto sotto la forma di diario “L’uomo di Marte” è un romanzo incentrato sulle vicende che hanno quale protagonista Mark Watney, ingegnere meccanico e botanico della missione Ares 3, membro dell’equipaggio della terza spedizione umana sul pianeta rosso. A causa di una violenta tempesta di sabbia, i cui venti superano i limiti di tollerabilità del Mars Ascending Vehicle (MAV), lo strumento destinato a riportare in orbita marziana l'equipaggio, la squadra è costretta ad abbandonare l’incarico e a tornare sulla Terra. Mark viene colpito da un oggetto volante (che si scoprirà poi essere una delle antenne minori) e vuoi per i forti venti, vuoi per l’urto, perde conoscenza. I suoi compagni tentano di ritrovarlo ma non avendo più traccia di suoi segni vitali (dunque ritenendolo morto) e messi alle strette da condizioni atmosferiche che non lasciano alternative, sono costretti a partire.
Dopo un indefinito periodo di tempo in cui era stato privo di sensi, Mark si risveglia. Il sangue della ferita, coagulando in fretta per via della quasi nulla pressione atmosferica marziana, ha funzionato da sigillante impedendo all’aria di fuoriuscire. Rientrato allo Hab (Martian habitat), la base dell’equipaggio situata nella Acidalia Planitia, si accerta delle funzionalità di questa constatando che tutto è intatto e perfettamente operante, al tempo stesso realizza un piccolissimo dettaglio: è completamente solo.
Ma non si lascia scoraggiare dalle circostanze il nostro astronauta. Lo Hab è stato programmato per 31 giorni di vita ovvero per la durata pianificata per Ares 3 e tutto – funzioni vitali etc – era stato calcolato per 6 persone. Essendo l’uomo da solo questo lasso temporale è ben più ampio di quello previsto ed è in grado di garantirgli giorni extra da sfruttare per ampliarli ulteriormente in modo da poter per raggiungere la sua unica possibilità di salvezza: la base di Ares 4. Ben 5 erano le missioni previste nel programma Ares ed ognuna distava dall’altra qualche anno al fine di assicurare l’arrivo su Marte prima dei beni di sostentamento e di poi dell’equipaggio. La quarta missione è prevista a distanza di 4 anni dalle vicissitudini attuali, la base è altresì allocata ad oltre 3.200 km dalla sua corrente location e dunque non è facile da raggiungere ma Mark ha tutti gli strumenti nonché le conoscenze scientifiche per riuscire nell’impresa. Nell’eventualità di non farcela e dunque al fine di lasciare una memoria ad un prossimo esploratore nonché per farsi compagnia e distrarsi dalla malefica disco music anni ’70 del capitano Lewis, inizia a registrare un giornale di bordo che nulla risparmia al lettore. Ed è proprio in questo diario che Mark ci descrive le sue idee, i suoi piani per sopravvivere altri 1460 giorni su un Pianeta che ogni giorno ha quale unico scopo quello di ucciderlo così come le sue strategie per percorrere una impensabile quantità di suolo impervio e ricco di complicazioni.
Questi sono i presupposti di partenza di un romanzo di fantascienza ricco di colpi di scena, suspance e avventura. Ogni pagina è dannatamente accattivante, chi legge non riesce a staccarsi dal componimento e brama di sapere come farà il protagonista ad affrontare ciascun problema.
Avvalorato da un linguaggio simultaneamente tecnico che comune “L’uomo di Marte” è un’ opera intrigante che nasce da un’idea semplice che può sembrare trita e ritrita ma che in realtà ben si distanzia dagli altri scritti in materia. E’ un testo capace di far sorridere il lettore che viene rapito dai dialoghi dell’eclettico Mark, dalle sue disavventure, dalla sua quotidianità; è uno scritto in grado di soddisfare l’appetito scientifico degli appassionati di sapere, di astronomia.
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Ferruccio