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Il troppo stroppia o storpia?
Per me James Patterson è principalmente l’autore dei gialli truci che hanno per protagonista il profiler Alex Cross e dei rosa-legal che ruotano intorno alle donne del club omicidi. Con curiosità ho voluto fare un salto anche nella sua nuova serie fantasy-distopica, della quale “Il fuoco” costituisce la terza puntata.
La mia curiosità è stata castigata da un romanzo che non decolla: né originale, né accattivante, il libro non ha saputo coinvolgermi.
Troppo scontata nei cliché e nell’atmosfera distopica, la storia vive sui due personaggi dotati di poteri magici che cercano di contrastare il clima di terrore seminato da un despota malefico (“Con un colpetto del dito, l’Unico può incenerire ogni bimbo che vede”) e dai suoi gerarchi, impegnati a praticare l’arte della repressione violenta avvalendosi delle tecniche che già resero tristemente celebre l’Inquisizione (“I militari del regime del Nuovo Ordine continuano a brutalizzare la cittadinanza”).
Mentre la peste dilaga, Witch soccorre la sorella Wisty colpita dal morbo, cercando di ripristinare l’abilità che la caratterizza (“Wisty mi fa l’occhiolino… Quando si tratta di trasformare i corpi, i roditori sono la sua specialità”); i due fuggiaschi vengono aiutati da una famiglia (“I Neederman sembrano scomparsi e al loro posto c’è un branco di topi scatenati che si disperde in tutte le direzioni”) che appartiene alla Resistenza opposta al nuovo ordine.
L’unico valore aggiunto di questa lettura è un approfondimento che mi ha ispirato la scelta del titolo del presente commento, che ha per soggetto il presenzialismo parossistico degli scrittori “che vendono”: si dice “Il troppo stroppia o il troppo storpia?”.
L’Accademia della Crusca risponde: entrambi! “Il verbo stroppiare è la variante popolare di storpiare. Tutti i vocabolari dell’italiano contemporaneo, infatti, mettono a lemma la voce storpiare e segnalano stroppiare come variante popolare con metàtesi, che è il fenomeno fonetico per cui uno o più suoni possono cambiare posizione all’interno di una parola (particolarmente frequente in presenza di una laterale /l/ o di una vibrante /r/, come ad esempio frumento > furmento ecc.).”
E allora, forte di questa consapevolezza etimologica, dico a Patterson che il troppo stroppia o storpia, decida un po' lui!
Bruno Elpis
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