Dettagli Recensione
Un mondo che affascina terribilmente
Studiando Biologia all'università, mi sono sentito particolarmente attratto leggendo questo libro, che in un certo senso mi ha spaccato in due, la parte della scienza, della razionalità da una parte e il lato "umano", emozionale dall'altra. Dico questo perché nel libro sono praticamente affrontati molti temi che si ritrovano nella bioetica moderna: Il concetto di razza umana, l'eugenetica (manipolazione genetica al fine di migliorare fisicamente l'uomo), clonazione, procreazione in vitro, sono solo alcuni dei temi oggi ampiamente dibattuti che Huxley ha utilizzato per dare forma alla nuova società.
Il romanzo è ambientato nell'anno 632 d.F. (d.F. sta "di Ford") che corrisponde all'anno 2540 della nostra era. E' proprio sul modello di Ford che l'intera società moderna è basata, in un mondo dove i principi della produzione in serie sono rigidamente applicati anche nella creazione di umani, che non avviene più per fecondazione interna e parto naturale, ma per fecondazione in vitro, dove spermatozoi fecondano ovuli in provetta, che grazie a speciali tecniche di laboratorio e sostanze biochimiche come ormoni sintetici, permette lo sviluppo di embrioni sani. La cosa interessante di questo processo è che da un ovulo maturo fecondato, tramite un processo chiamato dall'autore "processo Bokanovsky", l'ovulo fecondato può germogliare e dare vita a un gruppo da 8 a 96 embrioni ! tutti identici tra loro.
Questo processo di creazione avviene dentro una vera e propria fabbrica dove i principi della costruzione in serie sono applicati alla lettera e metro dopo metro nuovi bambini prendono vita.
Tutte le persone sono divise in caste, ma non si tratta di caste come possono essere le caste antiche tipo "schiavi, cittadini liberi,nobili ecc..." ma le persone che fanno parte di ciascuna casta sono biologicamente diverse tra loro, la casta alfa è la casta del comando quindi le persone sono perfette le caste beta e gamma sono quelle amministrative, mentre quelle delta ed epsilon sono le caste più basse e fisicamente di bassa statura e di scarsa intelligenza.
In questo mondo tutti sono felici, o almeno sono tutti convinti di essere felici, grazie alla colossale opera di condizionamento psicologico che i bambini dovevano subire tutti giorni: ad esempio la classe delta deve solo lavorare ? i bambini delta sono condizionati ad odiare i libri e i fiori, cosi non perderanno tempo a studiare o passare del tempo all'aria aperta da grandi. Tutto è calcolato a minimo dettaglio, ogni piccolo ingranaggio del grande meccanismo della società deve combinarsi con un altro e un altro ancora per dare vita alla società perfetta, dove non ci sono malattie, dove tutti sono felici, dove nemmeno la vecchiaia esiste, si muore a 66 anni ma con il corpo di un 30 enne e per di più nessuno ha paura della morte (perché tutti da bambini visitavano il centro dove la gente moriva --> condizionamento), e per i piccoli problemi quotidiani o per divertirsi un po c'è sempre il "soma" una droga che fa viaggiare e dimenticare.
Ah un altra cosa che mi sono dimenticato di dire, è che in questa società tutto è di tutti, la monogamia è illegale, le donne sono di tutti gli uomini e viceversa. nessuno può avere figli, nessuno ha un padre o una madre tanto meno diventare una mamma o un papà.
Il corpo del romanzo è incentrato sulle vicende i Lenina e Bernardo che durante una vacanza vanno a visitare una riserva di nativi. in questa riserva di selvaggi, tutto funziona alla "vecchia maniera" le donne partoriscono figli, le persone cacciano, ci si può sposare, si professano religioni ecc... tra questi selvaggi c'è Jonh andrà a vivere nel nuovo mondo....
Un romanzo che volevo leggere dai tempi del liceo ma che per un motivo o per un altro l'ho dimenticato. Un libro che mi ha affascinato parecchio, mentre lo leggevo trovavo da un lato affascinante la nuova società, la procreazione di umani in provetta (un prodigio della scienza), dal altro essere manipolati e stra manipolati da provette, condizionamenti, droghe, non avere figli naturali, non potersi innamorare di qualcuno... ebbene lo trovo umanamente devastante e questo mi ricorda che (citando Shakespeare, nel libro Huxley ne mette molte di citazioni di S.) "senza cuore saremmo solo macchine".
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Ferruccio