Dettagli Recensione
Al servizio dell'uomo
Negli anni '50 del secolo scorso, Isaac Asimov – forte del suo essere scienziato ben prima che narratore – impone la sua visione razionale del futuro (e ci prende in pieno!).
Lo scrittore russo sgombra i suoi libri dai gusti del tempo in fatto di fantascienza – malvagie creature metalliche, robot invasori, macchine antropomorfe minacciose e letali – per immaginare automi al servizio dell'umanità, assolutamente neutri se non fosse per le positive funzioni cui sono destinati dall'azienda che li programma e li mette in commercio (l'onnipresente U.S. Robots and Mechanical Men Corporation).
Una visione che vent'anni dopo sarà ancora avanguardistica: tra i vari Goldrake e Mazinga dei cartoni animati giapponesi, le creature di Asimov resteranno quanto di più vicino si possa immaginare ai problemi dell'uomo (fino a percorrere una parabola che troverà la sua conclusione in una successiva raccolta, con il racconto lungo intitolato “L'uomo bicentenario”, che al cinema avrà le straordinarie sembianze di Robin Williams).
L'uomo diffida della macchina. Di ogni macchina che possa sostituirlo in determinate funzioni. E questo vincola l'utilizzo di robot nella società alle famose “Tre leggi della robotica”:
1. Un robot non può recare danno ad un essere umano, né permettere che, a causa della propria negligenza, un essere umano subisca danno;
2. Un robot deve sempre obbedire agli ordini degli esseri umani, a meno che contrastino con la Prima Legge;
3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questo non contrasti con la Prima o la Seconda Legge.
Il “gioco” di Asimov diviene allora quello di sviluppare l'interazione tra tali assunti in nove racconti che diventano appassionanti esercizi di logica posti al lettore in ordine di difficoltà: in “Robbie”, uno dei primi prototipi metallici è destinato al ruolo di babysitter; “Circolo vizioso” racconta dell'impasse di un automa specializzato nel recuperare metalli; in “Essere razionale” due tecnici robotici si scontrano con un robot speculativo che inizia ad esercitare una “fede”, così come in “Bugiardo” la macchina sviluppa una sua particolare percezione del concetto di non recar danno ad un essere umano; all'opposto, “Il robot scomparso” tiene ad applicare alla lettera uno sfogo che ha interpretato come ordine; in “Meccanismo di fuga” è un cervello artificiale ad esaudire i desideri umani in modo non prevedibile; che i robot siano ormai talmente ben fatti da far sorgere il dubbio che un importante politico sia in realtà un umanoide è il problema centrale de “La prova”; infine, “Conflitto evitabile” è una riflessione sul governo planetario di macchine che garantiscono un benessere costante all'umanità.
E' naturale, nel complesso di questi racconti, scoprire che i robot sono semplici “strumenti”, e come il vero protagonista sia l'uomo. Gente come Powell e Donovan, tecnici robotici stipendiati dalla U.S.R.M.M.C. per risolvere i problemi creati dal malfunzionamento (reale o apparente) delle macchine. O come Susan Calvin, una donna in età avanzata, poco piacente e frustrata, che tuttavia conosce la psicologia dei robot come nessun altro. Personaggi originali, che con i loro difetti – fatti apposta per risaltare al confronto con la presunta perfezione delle macchine - portano il lettore a parteggiare in loro favore.
Parliamo di un libro che gli amanti della fantascienza non possono ignorare. Meno entusiasmante il film che ne è stato tratto (sbilanciato su una visione spettacolare che in fondo Asimov non predilige, preferendo di gran lunga la “sfida” posta in termini logico-scientifici).
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Commenti
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Si, Valerio: anche io ho trovato le tre leggi della robotica applicate in altri autori e "visioni". E' probabile che la vera caratteristica di questo scrittore sia il fatto che, in realtà, è stato un vero e competente scienziato. E' questo - come sicuramente saprai, conoscendo Asimov - che gli ha reso possibile un progetto a suo modo grandioso: la maggior parte dei suoi libri, pur essendo ciascuno leggibile a parte, ha un filo comune, che è il progresso dell'umanità... fino a culminare nella bellissima "Trilogia della Fondazione", di cui abbiamo già parlato in precedenza. Ciao.
Forse ce la fai a farmi prendere in mano almeno uno dei libri di Asimov di cui io, diffidente da sempre nei confronti della fantascienza (che purtroppo non riesce ad appassionarmi e mi lascia sempre molto tiepida sia in letteratura che in cinematografia), rimando ormai da anni la lettura.
Ritengo che non conoscere Asimov sia, invece, una grave mancanza nel percorso di qualunque lettore, proprio perchè, come tu dici, supera il clichè dello scrittore di fantascienza per approdare, attraverso i suoi romanzi, ad una rappresentazione della società futura lucida e lungimirante, che desta sempre stupore e pone interrogativi a cui è difficile, oggi forse ancor più di un tempo, dare delle risposte.
Bellissima recensione. Bravissimo!
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