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Oggi, nel 1984...
1984 - Pista Uno, Oceania.
E' qui che la mente geniale di Eric Arthur Blair si proietta per raccontare la storia di Winston Smith. In un futuro, non troppo lontano da quello che si presagisce essere il nostro, la incerta consapevolezza di vivere in una finzione globale rappresenta per Winston l'unica flebile reliquia della verità. Con indiscutibile sagacia Orwell ci scaraventa in un gioco di specchi tra realtà e finzione, in cui a stento si riesce a distinguerle, fin quando non arrivano a coincidere.
1984 rappresenta sicuramente una brillante satira della società sovietica al tempo, ma va ben oltre, molto più in profondità, riuscendo in una analisi della società stessa e dei meccanismi che la regolano, cui il passare del tempo sembra conferire una sempre maggiore veridicità.
Il futuro in cui vive Winston rappresenta l'abnegazione della libertà, la verità tutti quei valori di cui siamo oggi portatori ma cui diamo sempre meno importanza, e tendiamo a dimenticare. Il dimenticare è un altro interessantissimo tema su cui Orwell punta i riflettori: la realtà, come la percepiamo è solamente il prodotto della nostra memoria, della memoria "storica" (se così la si può chiamare), cioè il rapporto tra il presente e il passato. Nel 1984 la memoria si è persa, volutamente occultata e la realtà è confusa con la menzogna.
Anche a distanza di tempo dalla mia lettura conservo un ricordo nitido delle pagine di Orwell, sento ancora ripensandoci il senso di impotenza e delusione, ma anche il desiderio, forse utopico (mi sembra il termine più appropriato in questo contesto), di ribellarsi, sensazioni che ho provano nel constatare quanto 1984 si avvicini al prossimo futuro. Per questa ragione, non ho potuto aggiungere un voto di più alla voce "piacevolezza", ma ritengo necessaria, la lettura di Orwell, un pezzo imprescimdibile della formazione di ognuno.