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Emozioni? No grazie.
La società che ci viene prospettata dall'autore è quanto di più attuale possa esistere nonostante l'opera sia stata stilata nel 1932. Siamo nel 2540, dopo la guerra mondiale le nazioni convergono in un unico Stato governato da dieci Coordinatori Mondiali e la popolazione nulla sa del passato se non che la barbaria regnava sovrana. Per garantire una corretta organizzazione del sistema la collettività è divisa in caste a cui ognuno appartiene sin dalla nascita che non avviene più naturalmente bensì artificialmente. Questa si basa infatti sul principio della produzione in serie, principio che viene applicato per ogni aspetto della vita umana non di meno appunto, quello riproduttivo reso extrauterino e completamente pianificato. Le famiglie non esistono, parole quali “padre” o “madre” terrorizzano gli abitanti di questa realtà che hanno reazioni di ripulso di fronte a tutto quel che non rientra in ciò che col condizionamento gli è stato indottrinato. E' prospettabile che qualcuno sia infelice della sua casta di appartenenza? No perché il condizionamento, che non tralascia alcunché, ha inizio sin dallo stato embrionale. Perfino l'intelligenza è appositamente limitata con azioni chimico-fisiche, circostanza palese in particolare nelle classi inferiori.
Dopo il lungo processo di conformazione ogni membro della comunità inizia a vivere una vita priva di scelte ma felice. Tutti sono convinti di esserlo anche se appartengono al ceto più infimo. Divertimenti, svaghi, la possibilità di non invecchiare mantenendo la propria giovinezza fino alla morte sono solo alcune delle prerogative che questa società offre. Ogni perversione è concessa, i bambini sono istruiti all'educazione sessuale e ad ogni forma di gioco erotico sin dalla tenera età perché tutto è di tutti. Le donne non sono altro che carne da condividere, ogni uomo ha diritto di trascorrere la sua intimità con quante donne desidera così come ogni donna è felice di essere definita “pneumatica” per le sue doti sessuali e condivisioni. Le relazioni stabili e di coppia non sono viste positivamente, perché doversi limitare ad una sola persona quando puoi avere chiunque più volte e quando lo desideri? E se sei triste? Non preoccuparti e non lasciarti andare alla disperazione, un grammo di soma è sufficiente per alleviare ogni tua tristezza.
Nel New Mexico esiste però un'enclave in cui le persone vivono come nel passato; ed è in questa riserva, ancora mantenuta per fini di studio e di villeggiatura, che Huxley metterà in luce le aberrazioni idolatrate nel Mondo Nuovo. In questo luogo del passato nasce John, figlio di due civilizzati che hanno commesso un errore di contraccezione. Da qui il capovolgimento e la riflessione.
Nel Mondo Nuovo tutto è pianificato ed ovattato. Per abnegare sensazioni di dolore, sofferenza, disagio, preoccupazione, ma anche di gioia pura e semplice, tutto (dal leggere un libro, al credere ad un Dio, all'amore), è stato programmato in nome del razionalismo produttivistico e qualsiasi cosa è sacrificabile per il progresso. In questa realtà la popolazione non è oppressa dalla fame, dalla guerra, dalla malattia e la collettività può accedere ad ogni piacere materiale. In cambio di questo benessere fisico la rinuncia ad ogni emozione, ad ogni sentimento ad ogni manifestazione della propria individualità e dunque produrre, consumare e soprattutto non amare. Le persone vivono convinte di essere felici eppure per esserlo hanno bisogno della soma. Sono completamente incapaci di affrontare qualsiasi cosa sia estranea al condizionamento ed al tempo stesso per godersi una vacanza o un periodo di riposo hanno bisogno della loro droga sintetica. Se non avessero questa non sarebbero assolutamente in grado di tollerare questa realtà, riprova ne è il selvaggio che, quando viene a contatto con la civiltà, la rifiuta, predilige il dolore e le sue emozioni a quel mondo falsato. Preferisce scegliere e restare se stesso.
L'edizione in mio possesso contiene anche il saggio “Ritorno al mondo nuovo”, in quest'ultimo l'autore riprende i temi trattati nell'opera originaria per rianalizzarli alla luce delle scoperte scientifiche che si sono succedute nel lasso di tempo tra i due scritti. Huxley affronta numerose questioni quali la sovrappopolazione, la genetica, l'avvento delle imprese di grandi dimensioni, il clima politico della guerra fredda e non di meno l'ipnosi.
Un romanzo magistralmente scritto, che scorre rapido tra le mani del lettore con un linguaggio forbito ed esaustivo, in cui sono riscontrabili assonanze con molteplici altre creazioni quali “1984” di Orwell o le altre di Philip K. Dick, un'opera in cui tangibile è la nostra attuale epoca.
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Ferruccio
Mi fa molto piacere sapere di averti dato un buon suggerimento, è un romanzo veramente interessante, specchio di una realtà inquitante ma con molteplici assonanze con la nostra epoca attuale. E pensare che è stato scritto ben oltre 80 anni fa!!
Si, ne ho trovate molteplici tanto con le opere di Orwell tra cui spicca senza ombra di dubbio "1984" (libro che ho letto molti anni fa ma che tutt'ora è indelebile nella mia mente e cuore) ma anche con quelle di Philip K. Dick. Manco a farlo di proposito prima di iniziare il Nuovo Mondo avevo ultimato la lettura di un romanzo di quest'ultimo ed inevitabile è stato il confronto tra le due opere.
Ne ho trovate anche altre con Fahrenheit 451, in particolare nei tratti in cui vi è il controllo della mente dell'individuo con l'eliminazione di libri e di qualsiasi cosa che possa indurre a pensare con la propria testa. Che dire, un libro che tutti dovrebbero leggere!
A mio modesto parere specchio del paradosso della realtà sono tanto i due protagonisti principali del mondo nuovo che il selvaggio. Se infatti da un lato Lenina è più che felice di essere considerata pneumatica e di essere condivisa da più uomini senza nulla nascondere, intimità zero, Bernardo Marx di cui si ipotizza un'alterazione genetica mentre verteva allo stadio embrionale viste le sue modeste dimensioni e proporzioni fisiche, è convinto di essere immune dal condizionamento, di essere in grado di pensare con la propria testa ed spera di essere egli stesso colui che farà la differenza e capovolgerà il Mondo Nuovo. A differenza della donna che rifiuta tutto ciò che è contrario ai principi indotti con dei veri e propri attacchi di panico per cui ricorre senza indugi alle droghe sintetiche, egli cerca la propria individualità, lo spazio per l'intimità, rifiuta la soma e al tempo stesso vi si abbandona, ama gli spazi isolati e con poche persone mentre il sistema vorrebbe che ne avesse il terrore. Ma quando si ritroverà nel mondo antico sarà veramente capace di abbracciare un'esistenza così diversa da quella che conosce o l'abbandono delle certezze lo turberanno al punto tale da rifiutare quel che egli stesso pensava di poter fare?
John il selvaggio è il figlio di civilizzati cresciuto nel mondo dei selvaggi. Verrà trasportato dalla sua realtà a quella del Mondo Nuovo arrivando a rifiutarla e a scappare da quell'esistenza così abnormale che lo scovolge e fa riflettere il lettore.
Mi fermo perché ho praticamente fatto un'altra recensione e non vi voglio annoiare, ma ve ne consiglio la lettura e sinceramente ho apprezzato anche la parte in cui l'autore riprende i temi trattati nel romanzo e ne riesamina i caratteri.
Grazie ancora di aver letto le mie parole!
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