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La rivincita. Gathering blue
 
La rivincita. Gathering blue 2014-11-14 16:42:29 Mian88
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    14 Novembre, 2014
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

La ricerca del blu.

Quattro giorni erano trascorsi da quando Kira vegliava il corpo della madre ormai giunto ai suoi ultimi respiri. Una malattia si era insinuata dentro la sua veste mortale consumandola lentamente ma anche inesorabilmente. Cosa ne sarebbe stato della giovane Kira già orfana di padre? Affetta da una malformazione dalla nascita alla gamba che la rendeva storpia, non era di buon grado vista nel villaggio e donne di cattiveria intrinseca non aspettavano altro che l’occasione giusta per accanirsi contro di lei. Come consuetudine l’abitazione dove aveva vissuto con la madre Katrina era stata bruciata onde essere certi che il contagio dalla patologia fosse arrestato prima di poter mietere altre vittime innocenti, e come se non bastasse le donne del paese capitanate da Vandara avevano già progettato l’acquisizione e la destinazione della sua proprietà terriera: perché sprecarla con una storpia che mangia a sbafo della comunità quando quel prezioso terreno può essere utilizzato per costruire un recinto per polli e bambini?
La sorte di Kira sembrava ormai certa quando un inaspettato risvolto presero le circostanze e la giovane non solo fu scagionata dalle accuse mosse ma anche accolta nel grande palazzo delle adunanze al fine di potersi dedicare ad un nuovo impiego; ella avrebbe fatto dono della sua arte del ricamo a tutta la popolazione del villaggio dedicandosi al restauro, alla cura e alla completazione della tunica del cantone. Non essendo ancora capace di tingere da sola i fili poiché la madre Katrina non era stata temporalmente in grado di completare i suoi insegnamenti a causa della malattia, la giovane viene indirizzata dalla saggia Annabella che con grande passione e attenzione le trasmetterà tutto il suo sapere fino al venir meno della sua vita in circostanze assai misteriose. La nostra Kira non sarà sola in questa avventura, le sue giornate saranno allietate dalla presenza del piccolo Matt, un ragazzino residente della palude sempre affiancato da ramino il cagnolino che aveva salvato dopo che era stato ferito da un carro che passava e brutalmente abbandonato sul ciglio della strada, e da Thomas il noto intagliatore. Le giornate scorreranno rapide e i nostri protagonisti porteranno avanti la loro opera di restauro, lei dell’abito e lui del bastone del cantore. Instaureranno un profondo rapporto di amicizia e di compagnia per arrivare a scoprire sfumature del loro passato sconosciute anche a loro stessi.
Degli inconsueti pianti si udivano nel palazzo durante la notte ma non avevano idea di chi potesse essere. Jo non era che poco più di una infante quando fu “presa” dalla palude e portata al palazzo; i suoi genitori erano presuntivamente defunti e la piccola, ormai sola, non poteva essere mandata via o abbandonata a se stessa poiché custoditrice del dono della conoscenza, con la sua voce da usignolo è destinata a cantare il futuro.
Questo secondo capitolo non fa seguito al primo bensì offre al lettore un altro punto di vista relativamente ad una storia simile e differente al tempo stesso. La società che si apre sin dalle prime pagine è di tipo rurale, è avvalorata da ferree regole e gerarchie ed è caratterizzata dalla presenza di una popolazione molto povera che vive in condizioni precarie e più disagiate di quelle che popolavano ed animavano il mondo di “The Giver”. La società è ben divisa, ognuno ricopre il suo ruolo; le donne sono destinate ad accudire la famiglia e a dedicarsi a lavori quali la tessitura mentre gli uomini sono dediti alla caccia e all’approvvigionamento di cibo; a questi ultimi è permesso di imparare a leggere e scrivere, alle prime no. Gli abitanti della palude vivono in condizioni di sporcizia e povertà assoluta, hanno anche difficoltà di espressione tanto che il loro linguaggio è strettamente elementare, rasentano l’ignoranza più assoluta. Non conoscono il valore della moneta e dunque sfruttano per il loro esistere lo strumento del baratto.
Nel trascorrere della pagine si assiste ad una vera e propria evoluzione del personaggio di Kira che da inesperta ed ingenua ragazza acquisirà una sempre più profonda consapevolezza del mondo e dei valori che lo caratterizzano. La Lowry ha la capacità di narrare i fatti con una dolcezza infinita, ti culla e ti trasporta nel suo mondo anche quando le circostanze che vengono narrate sono dure e/o discriminatorie. Sin dalle prime battute viene messa in evidenza la disabilità di Kira, la quale viene obbligata a camminare avanti e indietro durante il suo processo o ancora si osservano condizioni di vita che oltre alla miseria manifestano la violenza quale mezzo di insegnamento e l’indifferenza per ciò che ormai è un dato di fatto. Non vi è stimolo a chiedersi più del dovuto perché così è poiché così è sempre stato. I bambini vengono mandati via perché hanno perso i loro genitori e non sono più utili? Pace, è sempre stato così.
L’opera si concentra sul mondo dell’arte (dai colori del ricamo passando dall’intaglio per giungere al canto della memoria), sulla famiglia e sull’amicizia. Le corde che vengono toccate sono semplici e genuine nella loro veridicità e se anche a tratti l’autrice si perde in dettagli che potevano essere sintetizzati, il romanzo non perde la sua forza narrante e cattura il lettore pagina dopo pagina. La voglia di libertà, il cambiamento sono sentimenti che aleggiano nel cuore di Kira come in quello del lettore. Il desiderio materno abbraccia l’anima di chi legge quando la protagonista circonda col suo corpo e dà il bacio della buonanotte alla deliziosa Jo che si succhia il pollice e la scruta nella penombra della notte alla ricerca disperata della madre che ormai non ha più. La voce della saggezza echeggia dalle parole dell’anziana Annabella e l’espressione dell’arte si concretizza nel premuroso Thomas sempre disposto a donare e ad aiutare la cara Kira, compagna di giornate di lavoro e di solitudine nella prigionia ovattata.


Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
a chi desidera farsi cullare dalle parole di una bella storia. Può essere letto da tutti, grandi e piccini, a prescindere dall'aver o meno conosciuto il primo capitolo dell'opera.
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Commenti

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Bella recensione, Maria.
Tu riesci a dare un'immagine di gradevolezza per (quasi) qualsiasi libro. Penso sia un dono della tua scrittura.
In risposta ad un precedente commento
Mian88
16 Novembre, 2014
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Grazie Emilio, sei sempre buono con me. Di indole caratteriale tendo a trovare "il buono" nelle persone come nei libri, non so se possa dipendere o meno da questo. A prescindere ti ringrazio per le tue parole, è un gran complimento quello che mi hai fatto, non sai quanto mi abbia fatto piacere. Spero di non deluderti in futuro con le mie opinioni. Grazie di cuore :-)
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