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Ottimo libro, bravo Ray!
Fahrenheit 451
Ecco un altro romanzo di Bradbury che mi ha lasciato pienamente soddisfatta! Sorvolo sulla biografia perché ne ho già parlato nel commento di “Cronache marziane” e vado dritta alla trama.
Scritto nel 1953, questo racconto è ambientato in un futuro imprecisato dopo il 1960 ed è un buon romanzo di fantascienza come Ray sapeva fare. La situazione è chiara fin da subito: non esistono più i vigili del fuoco che vanno a spegnere incendi, bensì li appiccano e distruggono le case di coloro che possiedono libri. Ebbene, in questo futuro i libri sono vietati e la popolazione vive una realtà distorta dove il sistema ha provveduto ad eliminare qualsiasi tipo di fonte di “caos, incertezze o dubbi” per consentire alle persone una vita felice. Non c’è modo di pensare e non c’è modo di cambiare qualcosa perché tutto funziona in modo che l’individuo non abbia tempo ne modo di pensare. Il protagonista è Guy Montag, un vigile del fuoco, la moglie si chiama Clarisse Mildred e vivono assieme una relazione sterile, senza amore ne dialogo.
Un giorno, preda di un’improvvisa attrazione, commette la sua prima infrazione: decide di leggere un trafiletto di un libro che avrebbe dovuto dare alle fiamme. Inizia così a salvare un libro da ogni rogo e a nasconderlo in casa per poi leggerlo di nascosto. Qualcosa però cambia dentro la mente di Guy dal momento in cui entra in contatto con una ragazzina, Clarisse, sua nuova vicina di casa. Lei è molto curiosa e suo zio le racconta cose che inizialmente lasciano Guy molto scosso e si stupisce del fatto che passino molto tempo a chiacchierare piuttosto che a guardare la tv come fa sempre sua moglie. Improvvisamente lei scompare e viene a sapere dalla moglie che in realtà è morta, investita “casualmente” da un’auto (in realtà di capisce che è stata uccisa perché pericolosa, con le sue idee rivoluzionarie). Inizia così una silenziosa ribellione dentro Guy che lo porterà a rivoluzionare completamente la sua vita. Nel frattempo la guerra fa da sfondo alla vicenda, una guerra che c’è da sempre e che non si sa quando avrà il suo culmine.
Adesso cercherò di dare un senso a tutto questo attingendo alcune informazioni dalla utilissima Wikipedia…
Ray è stato fin da piccolo un amante dei libri ed ha sempre avuto in sé la consapevolezza della loro vulnerabilità. In particolar modo, rimarrà impressionato dal rogo dei libri perpetrato dal regime nazista e dalla campagna di repressione di Stalin, durante la quale molti poeti e scrittori furono imprigionati e giustiziati. Si conclude la Seconda Guerra Mondiale nel 1945, vengono sganciate le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki e la Commissione per le attività anti-americane comincia a sospettare simpatie socialiste e comuniste nelle produzioni di film a Hollywood. Già restio al governo, la sua avversione si inasprirà con l’ascesa del senatore McCarthy che continuerà con maggior convinzione la sua politica anti-comunismo (siamo nel 1950). Ormai la guerra fredda era al culmine e c’era sempre più paura per una possibile guerriglia atomica ed una presa di potere del comunismo. Ormai Ray aveva “servito” il romanzo su un piatto di argento vivendo egli stesso in questa atmosfera di continua tensione.
Il suo disprezzo verso la televisione si rispecchia in Guy che non si fa mancare occasione di riprendere la moglie che invece non riesce a vivere senza quella tecnologia. Tutto ciò perché l’autore stesso ha vissuto sia l’età dell’oro della radio che il passaggio progressivo alla televisione. Da qui la sua convinzione che esso fosse un mezzo di distrazione sia dalla lettura che dagli altri interessi della vita. Mildred è la personificazione del disprezzo di Ray verso i mass media e cerca di dimostrare quanto possa essere facile diventare dipendenti e farsi influenzare da un mezzo che è capace di controllare le menti e di condizionarne i comportamenti.
Non c’è niente da fare, questo è proprio un bel romanzo e ce ne sarebbero ancora di cose da dire… Quello che ho scritto sopra è solo uno spunto per una lettura un po’ più consapevole degli argomenti che vengono trattati, comunque ci si può documentare anche alla fine, come ho fatto io.
Credo che sia consigliabile dare una lettura ad un “1984” di Orwell, sia prima che dopo di “Fahrenheit 451”, più o meno sono sulla stessa lunghezza d’onda con la differenza nel finale, nel primo molto più catastrofico. Comunque il tema principale è la censura delle informazioni ad opera di governi che fingono di volere il bene dei cittadini quando in realtà vogliono solo avere il controllo sulle loro vite e sulle loro menti, senza lasciare la libertà di scelta e di pensiero. Un tema a mio parere molto interessante e molto gettonato tra gli autori di libri fantascientifici ma visto sempre in maniera diversa e sotto aspetti diversi.
Appena mi è stata chiara la situazione di base, Guy mi ha dato fin da subito la speranza di una svolta positiva ad una situazione a mio parere “soffocante” e improponibile mentre Mildred mi ha suscitato antipatia fin dal primo momento.
Mi incammino verso la conclusione per non dilungarmi ulteriormente:
credo che sia chiaro che mi è piaciuto molto questo libro e mi sembrano chiare anche le tematiche che tratta. Forse l’unica pecca è il finale che proprio nell’ultimissima parte diventa un pochino noioso rispetto a tutto il resto, però ci sta perché di tensione se ne sente abbastanza da metà romanzo in poi quindi… Bei personaggi, scorre molto bene ed è avvincente.
Consigliato assolutamente per chi ama il genere, ma in generale lo consiglio a tutti.
Buona lettura.
Indicazioni utili
un film che è sullo stesso tema (governo McCarthy) è "Barton Fink" dei fratelli Coen.