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Neo Persona
Anderson Lake è l’uomo di punta della compagnia AgriGen Calorie in Thailandia.In incognito come amministratore di un impianto, Anderson setaccia i mercati di Bangkok alla ricerca di cibi considerati estinti, con la speranza di razziare il bottino delle calorie perdute della storia. Ed è qui che si imbatte in Emiko…
Emiko è la Ragazza Meccanica, una creatura strana e meravigliosa. È una Neo Persona, non è umana: è un essere costruito in laboratorio e programmato per servire e appagare gli appetiti di un uomo d’affari di Kyoto, ora abbandonata nelle strade di Bangkok.
Per alcuni creature senz’anima, per altri addirittura demoni, le Neo Persone sono schiavi, soldati e giocattoli per i ricchi, in un agghiacciante futuro prossimo in cui le aziende caloriche dominano un pianeta minacciato dagli oceani, l’età del petrolio è finita e gli effetti collaterali delle malattie portate dall’ingegneria genetica si diffondono ormai in tutto il mondo.
Gli appassionati del nostro sito se ne saranno già accorti: è la prima volta che introduco una mia recensione con la trama del romanzo. Ciò appare d’obbligo quando, nonostante si tratti del suo romanzo d’esordio, Bacigalupi ci regala un’opera con la quale ha vinto praticamente tutto (premi internazionali e top vendite).
Ho affrontato la lettura con distacco interessato, apprezzandone innanzitutto il worldbuilding acuto e dettagliato. I primi capitoli possono apparire lenti o pesanti, ma è una strategia necessaria per immergerci in questo dark world futuristico di una Thailandia tanto libera dai giochi di potere da esserne perfino soggiogata. Il punto di vista dei cinque diversi personaggi ne regala visuali pacate ma allo stesso tempo estreme: nessuno sembra aver imparato nulla dalla storia di malattie ed inganni di un mondo meccanico e desueto, ormai incentrato su bizzarre invenzioni caloriche, ma tutti vogliono sopravvivere. Come Lake confessa all’inizio dell’opera, “è una copertura perfetta”.
I mercati e le strade del mondo di Bacigalupi sono descritti con realistica smania, circondati da terminologie tipiche e sapienti trovate da manuale per turisti. E’ praticamente impossibile che il lettore non ami il mondo in cui si sta immergendo e che, allo stesso tempo, non ne detesti le meccaniche. E forse “la ragazza meccanica”, al di là degli espedienti narrativi, è proprio questo: un chiaroscuro continuo.
Le tematiche presenti sono numerose, dalle più erudite alle più banali: c’è il tema ovvio della crisi ambientale, ci sono le corruzioni governative, c’è l’ombra di un futuro alquanto prossimo, ci sono le paure e le smanie dei personaggi, c’è l’ala spezzata dell’umanità che cerca di guarire ed una serie infinita di meccaniche e sentimenti di cui tenere conto, che si innescano e si aggrovigliano senza sbavature.
E poi c’è lei, Emiko, la Neo Persona destinata ad attirare le attenzioni del lettore, il focal del romanzo che viene però oscurato dalla sua stessa vastità. Suggerirei questa lettura ad un pubblico maggiorenne, e non perchè Emiko sia nata per soddisfare i piaceri sessuali dell’alta borghesia thailandese, ma perchè è necessaria una certa sensibilità d’animo per comprendere i suoi sforzi di essere a tutti i costi umana, ed una conoscenza un pò più matura del mondo che ci circonda e delle tematiche sociali e politiche che si potrebbero verificare.
Infatti, fra ambiente ed umanità, la ragazza meccanica ci apre un mondo di velati complotti e di disperate guerre antropologiche, rendendo la figura della ragazza robot ambigua, alla ricerca di un modo per imporsi, ma offuscata da un’umanità e da situazioni così sentite che niente è più importante del resto.
Dal punto di vista stilistico, il romanzo è eccellente, sebbene non proprio scorrevole. I capitoli un pò lunghetti non sono un ostacolo per una lettura mai banale e sempre adatta, sciolta con le parole giuste e descritta alla perfezione. La Thailandia di questo futuro utopico non sembra per niente surreale, e di “fantascientifico” il romanzo ha soltanto i presupposti.
In un misto fra invettive poco esplicite e colpi di scena che sono più “colpi” che “scena”, la ragazza meccanica vuole stringere l’occhio come l’uomo bicentenario, ma vuole spostare l’attenzione su tematiche ben più vicine e sentite.
Forse, pericolosamente plausibili.
Volendo giudicare poi l’esordio come tale, senza dubbio l’autore è stato coraggioso: scrivere in prima persona, scegliere un posto così lontano con un dialetto ostico e complesso, elaborare una trama dai propositi banali ma dagli svolgimenti incredibili ed organizzare un circondario di personaggi così vasti da non riuscire più ad additare il protagonista e l’antagonista, è il lavoro di un autore già navigato.
In definitiva, dunque, consiglio questa lettura a quasi tutte le categorie di affamati delle parole, poiché ce n’è per tutti i gusti. Dai complottisti ai futuristici, dagli appassionati di fantastascienza a quelli con i piedi per terra, dai più frivoli ai più esigenti… “la ragazza meccanica” è un’opera ben riuscita, e difficilmente vi farà storcere il naso.
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Commenti
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Mi ricorda anche un film degli anni'80 ("Bambola meccanica" con Melanie Griffith a fare da "bambola") ma forse è per l'assonanza del titolo e non solo per il tema fantascientifico in comune e per essere le bambole oggetti di divertimento sessuale degli umani anche in quel caso...
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