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Bitten. La notte dei lupi
 
Bitten. La notte dei lupi 2014-08-24 12:23:28 Venusia78
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Venusia78 Opinione inserita da Venusia78    24 Agosto, 2014
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Elena Michaels = Anita Blake?

Che dire? Mi aspettavo di più.
Dopo aver letto le recensioni su Qlibri e altri siti mi ero fatta un’idea che è stata completamente delusa.
Il libro è scritto bene, con descrizioni particolareggiate e curate, i personaggi hanno tutti, chi più chi meno (ovviamente in base alla rilevanza all’interno della storia) un certo spessore e caratteristiche ben delineate però c’è più di qualcosa che rovina il quadretto.
La storia parte a Toronto (poche pagine in realtà) per poi spostarsi nello stato di New York e già questo marca male: persa un’occasione per cambiare ambientazione invece che metterla come di consueto negli onnipresenti Stati Uniti. Vabbè, la storia non scade certo solo per questo!
Già il prologo mi aveva fatto accapponare la pelle: dieci pagine (sì, dieci pagine!!!!) sulla protagonista che gira sotto forma di lupo per le strade di Toronto. Generalmente i prologhi sono di un paio di pagine, quindi mi chiedo: perché non stralciare un po’????
Proseguiamo. La trama ci mette un po’ ad ingranare ma ci può stare (le storie che partono in quarta generalmente mi creano un po’ di confusione) e il problema è che è quanto di più banale possa esistere! Il solito nemico esterno al branco, ma non troppo, che fa fuori uno dopo l’altro alcuni membri del branco per vendicare vecchi rancori giovanili e ovviamente vuole la protagonista. Viva la fantasia, non c’è che dire! La storia scorre senza mai un contraccolpo, un pizzico d’ansia per ciò che sarà dei personaggi, assolutamente niente! L’unico momento che mi ha un po’ spiazzata è stato quando tornano a Toronto: ecco, non me lo aspettavo! E quelli sono sicuramente i capitoli migliori. Il finale della storia è frettoloso, quasi infantile, che ti fa dire: ma perché mi sono sgranata quattrocento pagine per arrivare a questo?
Parliamo dei personaggi: Elena Michaels sembra Paperino da quanto è stata iellata nella sua vita. Orfana in giovane età, passata di famiglia in famiglia dove tutti i padri putativi sembravano voler abusare di lei (una bella pubblicità alle adozioni, non c’è che dire!) e quando trova l’unico uomo che ama, ops, è un licantropo talmente egoista da morderla per farla diventare come lui. Clay sembra per parte sua il sociopatico per eccellenza: orgoglioso del suo essere licantropo e solitario, vive a pieno il suo lato animalesco, senza rimorsi o rimpianti, al contrario di Elena (e in questo non c’è nulla da dire, anzi); il punto è che occasionalmente strappa dita, tortura, uccide in maniera brutale chi va contro di lui o il suo capobranco. Ora vorrei che qualcuno mi spiegasse perché dovrebbe farlo visto che i lupi non torturano, ma uccidono le prede e basta. Il suo comportamento è davvero poco animalesco, e al contrario molto umano quindi nascondersi, come fanno in molti film o libri, dietro il lato bestiale lo trovo davvero assurdo visto che l’unico animale che tortura per il gusto di farlo è l’uomo.
Ma ritorno ad Elena che altri non è che ANITA BLAKE! Non so se avete mai letto la saga della cacciatrice di vampiri ma io l’ho fatto e vi posso assicurare che trovo tante, troppe similitudini fra le due (ricordo che la saga di Anita Blake è più vecchia di dieci anni quindi capite anche voi chi ha ispirato chi). Entrambe orfane (anche se Anita solo di madre), aggressive, piene di testosterone più degli uomini, vogliono sempre avere l’ultima parola e sembra che il mondo maschile ruoti attorno a loro (è una prerogativa che noto in tutte le scrittrici: evidentemente la maggior parte delle donne sogna di essere corteggiata da mille uomini. Mah…). Però Anita è più fredda di Elena e questo depone a suo favore visto che gli atti impulsivi di Elena somigliano più a scenette isteriche da bambina di dieci anni e che diventano per lo più irritanti. E ovviamente entrambe non sanno cosa vogliono: credono di saperlo però i fatti gli danno perennemente torto.
Senza contare che in entrambe le serie, tutta l’atmosfera è ammantata di promiscuità e sensualità, volta quasi al morboso. Insomma mi chiedo: quando si parla di licantropi e affini, è mai possibile che non ci possa essere una via di mezzo senza ricorrere alle melensaggini in stile Twilight o alla violenza in salsa Blake/Michaels???
Concludo dicendo che la seconda parte è sicuramente migliore della prima, con le descrizioni che si diradano (per fortuna, non ne potevo più dopo un po’) e i dialoghi che prendono più spazio ma… i nemici sono proprio comici, senza nerbo, né spina dorsale!
Insomma non proseguirò la lettura della saga perché ne ho avuto abbastanza di Anita, ehm… volevo dire, Elena. Meglio comunque Clay di lei: l’impulsività è molto più affascinante in un uomo che in una donna.
Comunque, per quanto ho letto io di licantropi, MILLE VOLTE MEGLIO LA SAGA DEI LUPI DI MERCY FALLS.

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
A chi ha letto (e gradito) la saga di Anita Blake
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