Dettagli Recensione
Realtà alternative soggettive
Molto spesso ci ritroviamo a chiedere a noi stessi, in determinate situazioni passate: “Cosa sarebbe successo se le cose fossero andate diversamente?”.
Anche il visionario Philip K. Dick si è posto questa domanda, ma riguardo avvenimenti molto rilevanti nella Storia, ovvero: “Cosa sarebbe successo se la Seconda Guerra Mondiale fosse stata vinta dai Nazisti e i Giapponesi?”. E’ su questa base che si sviluppa “La svastica sul sole”. Il mondo è dominato prevalentemente dai tedeschi e dai giapponesi, mentre gli Stati Uniti sono ridotti a una colonia. L’idea di base è intrigante e interessante, ma Dick, riguardo ad idee geniali, non si discute. Come di consueto però, il suo stile di scrittura non è perfetto, le sue grandi idee non vengono esposte come dovrebbero e mi sono ritrovato a soffermarmi sull’idea che, se l’autore avesse avuto una capacità di esposizione delle sue idee al livello di altri autori, come Orwell, sarebbe uno dei capostipiti non solo della fantascienza, ma della letteratura contemporanea. Peccato.
Il mondo alternativo dominato dai tedeschi immaginato da uno statunitense non poteva che essere più cupo e oppressivo rispetto a quello attuale, anche se non cupo come quello rappresentato nelle altre opere di Dick. L’autore però, seppur velatamente, ostenta la convinzione che il mondo dominato dall’Asse sia decisamente peggiore di un mondo in cui la Guerra l’hanno vinta gli americani. Come fa questo? Creando il proprio corrispettivo nel mondo da lui immaginato, uno scrittore che scrive il libro analogo a “La svastica sul sole”, ovvero “La cavalletta non si alzerà più”, dove è descritta la situazione mondiale successiva alla vittoria della guerra da parte di americani ed inglesi. Un mondo decisamente migliore, seppur con i suoi difetti, ma privi di oppressione, sangue e discriminazione razziale. Non veniamo accompagnati da dei veri e propri protagonisti, ma da tanti personaggi differenti tra loro, comprimari del mondo e della società nella quale vivono, vera protagonista del romanzo. Manca quindi anche una sorta di coinvolgimento emotivo nei confronti qualche personaggio in particolare, che fa perdere qualcosa di importante al romanzo. Capita spesso di perdersi tra le parole del libro, ma non per immedesimazione, bensì perchè spesso si perde il filo del pensiero dello scrittore, che troppo frequentemente diventa confusionario. La trama di fondo poi, non è eccessivamente coinvolgente, ma credo che questo sia voluto. Dick voleva soffermarsi sull’influenza del mondo nazista nell’anima di tutti i personaggi, così differenti l’uno dall’altro.
A mia opinione però, si poteva fare decisamente meglio. Ora la mia domanda è un altra: “Come sarebbe un mondo in cui la Germania ha vinto la Guerra, immaginato da un tedesco?”
“La Verità, si disse. Terribile come la morte, ma più difficile da trovare.”
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