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Realtà oggettiva e soggettiva
Un'esplosione in un impianto nucleare riduce otto persone in uno stato che potrebbe essere sospeso tra la vita e la morte. Le otto persone, unite tra loro dall'incidente, passano tutte insieme dalla realtà reale a una realtà soggettiva che è quella immaginata e creata per gli altri da uno solo degli otto. La realtà soggettiva si rivela ogni volta molto peggiore di quella oggettiva, piena di tutti i limiti, le paure, le frustrazioni di chi la crea. Si va dalla religiosità esasperata, al perbenismo estremo di un mondo asessuato, ai deliri paranoidi di una casa viva e mostruosa in cui il sangue scorre nelle tubature, all'avvento del comunismo. I deliri delle singole coscienze, le imperfezioni delle realtà da loro create, la materializzazione delle paure e degli ideali di ciascuna coscienza sono l'aspetto più interessante del romanzo. Se le prime due realtà soggettive, quella religiosa e quella perbenista-asessuata sono prodotte da persone semplici, man mano che il compito della creazione passa in mano a persone più intelligenti, raffinate, colte la qualità del mondo che creano peggiora, al contrario di quanto si potrebbe pensare. Una coscienza più raffinata inventa modi più sottili di torturare il prossimo. E così, da una realtà all'altra, e sempre di male in peggio, il ritorno all'oggettività è un grande sollievo per tutti.-
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