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La guerra è pace, la libertà è schiavitù....
Nel 1984 viene raffigurato da Orwell un mondo che rappresenta tutto ciò che l'uomo da sempre ha evitato: dittatura totalitaria e controllo illimitato dell'individuo, che è ridotto, nelle mani del Big Brother, ad una semplice marionetta.
1984 è uno di quei romanzi a cui non puoi rimanere indifferente né durante, né dopo la lettura, che ti costringe tuo malgrado ad interrogandoti inevitabilmente sulla realtà d'oggi. Mai visto un romanzo così attuale, nonostante i suoi 65 anni di età.
Ciò dimostra che il mondo può anche evolversi ma che una cosa resterà sempre uguale al se stessa: il desiderio di potere dell'uomo. E se quel potere ottenuto ed abusato può portare a delle conseguenze chiamate Stalin e Hitler. La storia insegna sempre e molte volte si ripete.
Al centro di tutto questo romanzo abbiamo il famoso Big Brother, questa entità che nessuno ha mai visto ma che tutto vede e che tutto osserva.
Ci troviamo catapultati in una realtà in cui la tecnologia è usata non per facilitare la vita degli uomini, ma per controllarla in modo assoluto... e così ci troviamo in questa società di reietti, gente totalmente sottomessa, bambini che denunciano i genitori alla Psicopolizia, organo di polizia sotto controllo governativo che interviene al minimo segno di eterodossia...
Anche cambiamenti repentini di informazioni passate alla gente comune dal regime non vengono notati. Il Bipensiero domina le loro menti. Sanno che quell'informazione è totalmente falsa ma sono comunque convinti della sua veridicità. Realtà e finzione sono indistinguibili, diventano una cosa sola, quella che vuole il Partito, qualunque essa sia.
E un atto di ribellione?
Il protagonista, Winston Smith, sembra l'unico, insieme a Julia, a rendersi conto di ciò. E in quel momento nell'animo del lettore quasi inconsciamente si accende il sollievo di sapere che in fondo c'è sempre spazio per l'eccezione, che è possibile "una via di fuga" da questa tremenda realtà annichilente.
Ma presto bisogna arrendersi all'evidenza.
Nel proseguo della narrazione, è angosciante leggere delle torture subite dal protagonista durante la sua prigionia. Orwell di certo non risparmia i dettagli.
Il finale è assolutamente folgorante. Così quella misera speranza si infrange completamente: il regime tutto ingloba e niente esiste al di fuori di esso. Nessuno è salvo.
"Quasi inconsciamente, scrisse con le dita sul tavolo coperto di polvere: 2+2 = 5"
Peccato che nella tv attuale un libro stupendo come questo invece di portare ad una riflessione profonda sui nostri tempi (necessaria, per quanto mi riguarda) sia stato "usato" come base per ideare uno stupido show tv.
Nonostante sia un mondo fantascientifico che apparentemente può far ridere in quanto si pensa irraggiungibile, alla fine del libro nell'animo del lettore non può non rimanere una infinita sensazione di profonda angoscia. Perché se è così irrealizzabile ci provoca questo? Forse perché sappiamo che magari rispecchia in parte alcuni aspetti del nostro presente...
Orwell ha anticipato i tempi (il 1984 è passato da un bel pezzo) ma vedendo come si sta evolvendo la tecnologia dell'informazione e vedendo la corruttibilità di certi soggetti politici questo mondo forse non è così lontano come si possa immaginare...
Da leggere almeno una volta nella vita.