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UNA LEGGERA DIFFERENZA
“Per decenni si era detto che i paranoici erano incapaci di amare, ma questo non era vero. Il paranoico amava come ogni altra persona, sia donando qualcosa di sé agli altri, sia prendendo qualcosa da loro. Ma c’era una leggera differenza in questo suo amore.
Il paranoico lo sentiva come una varietà di odio.”
Le differenze sono davvero minime in quest’opera di Philip K. Dick, impregnata di angoscia e di speranza. Come in altri romanzi, c’è poca differenza tra uomini e robot. Non c’è troppa differenza nemmeno tra il pianeta terra e Alpha III L2, una luna popolata da ex ricoverati che hanno costruito una società suddivisa in caste, basate sulle malattie mentali.
Ogni città, su Alpha, porta un nome dalle radici terrestri: Adolfville, la città dei Para, si riallaccia molto correttamente alla paranoia di Adolf Hitler, mentre gli Schizo abitano Giovanna d’Arco e i Poli (perversi polimorfi?) devono accontentarsi di Hamlet Hamlet. Gli altri collegamenti non sembrano altrettanto corretti: i Mani, che oggi risulterebbero affetti da disturbo bipolare di tipo I, abitano le Alture da Vinci (Leonardo da Vinci bipolare?); per non parlare degli Eb, malati di ebefrenia, residenti in Gandhiville. Ma a parte le inesattezze in campo psichiatrico dell’autore, la sua visione che vede Para e Mani occupare le classi dirigenti della luna risulta esatta: non pochi politici italiani possono vantare una diagnosi compatibile.
Le contraddizioni della Guerra Fredda dispiegano il loro potenziale in questo grandioso affresco, dallo stile un po’ zoppicante: ma il ritmo annacquato e qualche malfunzionamento non tolgono molto a questo romanzo, che scava senza pietà nel fango sociale e antropologico degli ultimi secoli. Non c’è molta differenza, infatti, tra amici e nemici e alleati di questa guerra lunare: la saggezza aliena sconfigge senza speranza la disarmonia degli umani e dei loro robot.
Infine, come era prevedibile, anche la protagonista femminile del romanzo, psicologa, si scopre gravemente ammalata. Ma non fa molta differenza. In un lieto fine da incubo, l’amore trionfante, l’angoscia e la speranza sfumano nella malinconia, mentre l’astronave aliena si staglia nel cielo per regalarci una pace dal sapore amaro.
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Ciao, Daniela.
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