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Il mondo nuovo
 
Il mondo nuovo 2013-10-14 07:24:49 Matteo
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Opinione inserita da Matteo    14 Ottobre, 2013

Recensione de “Il Mondo Nuovo” di A. Huxley

Voler recensire un’opera implica un coinvolgimento emotivo al di là di ogni piacere puramente d’intrattenimento che lo stesso libro ha lasciato. Per me, recensire significa spogliare il testo ed analizzare ogni singolo componente per risalire all’anima ed al messaggio che lo stesso testo ha lasciato per cercare di ritrasmetterlo, anche se, come è ovvio che sia, ad ognuno ogni libro lascia qualcosa di diverso, un diverso sapore, una diversa sensazione. E così recensire diventa il modo più utile per confrontare la propria visione delle cose ed ampliarla con quella altrui, completarla, confutarla, migliorarla in quel costante processo di crescita personale e di maturazione che ognuno di noi percorre nella propria vita.
Il mondo nuovo di Huxley è un libro che si ispira chiaramente ai romanzi “distopici”, soprattutto al “Noi” di E. Zamjatin, scrittore russo degli anni 20, che già si era impegnato a denunciare i crimini ideologici e politici di quello che sarà poi il regime staliniano. Il testo di Aldous Huxley risale al 1932, perciò è ben antecedente al più noto “1984” di Orwell, ma rispetto a quest’ultimo è ben più drammatico e logico, ed estremo.
Il libro tratta di una ipotetica società futura in una Londra irriconoscibile da quella odierna, in un mondo completamente assemblato e dominato dalla logica e mentalità industriale fordista. Ford è il nuovo Dio, tant’è che gli anni si contano in base alle sue innovazioni tecnologiche (come l’introduzione nel mercato del modello “T” per esempio). Ogni evento individuale è stato rimosso a favore di eventi “collettivizzati”, la riproduzione naturale è considerata un orrore ed un’imperfezione, a tal punto che le generazione vengono create in provetta e gerarchizzate fin dalla nascita attraverso tecniche, come l’ipnopedia, che condizionano i feti già da subito a rispettare e comportarsi seguendo le norme imposte da questa nuova società. Anche il fisico viene sottoposto al condizionamento così che l’individuo sia omologato ai suoi simili fin dalla nascita artificiale. La società si divide in caste chiuse denominate Alfa, Beta, Gamma, Delta, Epsilon. Ognuno di questi individui rispetta (poiché condizionato) la propria classe e non può ambire a migliorare la propria posizione, né tantomeno lo desidera ma ognuno è felice di cosa è o perlomeno non si pone il problema di cambiare.
In questa società così ferramente logica e terribilmente razionale, in cui ogni individualismo è subordinato alla società, in cui le emozioni sono vietate, in cui la monogamia è considerata eticamente sbagliata ed da condannare, le persone trovano e cercano godimenti nel “Soma”, una droga allucinogena legale tramite la quale il potere mantiene incoscienti le menti del popolo.
Tuttavia, esiste una riserva naturale, abitata da uomini più antichi, ossessionati dalla religione e da strani riti, considerati per questo incivili. Quando John, un ragazzo cresciuto nella riserva, scoperto che il padre fa parte della società civilizzata, in possesso di una vecchissima raccolta di testi di W. Shakespeare i cui versi egli cita a memoria, viene in contatto con il nuovo mondo, ne capirà la pazzia, e deciderà di fuggire, di isolarsi poiché non è in grado di capire. Tale isolamento lo rende davvero un selvaggio ma scoperto per caso, John diventa un idolo di distrazione per la massa, a tal punto che deciderà di suicidarsi piuttosto che continuare la vita nell’assurdità.
Ciò che sconvolge del panorama apocalittico descritto, è appunto il totale assoggettamento degli individui alle pratiche sociali, ai riti sociali. Questo comportamento è palesemente un’estremizzazione del modus vivendi all’interno di un regime totalitario perfetto, ma è al contempo stesso una possibile chiave di lettura della società odierna in cui è la società stessa a dettare mode, modi di comportamento che portano gradualmente o all’alienazione individuale o al conformismo totale uccidendo la soggettività.
La divisione chiusa in caste non ricorda forse quella odierna basata essenzialmente sul guadagno e non sulla tipologia di lavoro praticato? E’ vero che il mondo di Huxley ha, a mio avviso, dei punti deboli all’interno della sua logica ferrea ma è uno scenario leggibile in due chiavi opposte: esso è socialmente auspicabile, ma deplorevole dal punto di vista individuale.
Una società autogestita, che crea da sé le nuove generazioni che soppianteranno quelle passate, la cui morte è programmata e non più un evento triste e significativo, e che fa lavorare ogni individuo per la produttività ed il benessere collettivo, è civicamente perfetta. Non esistono rivolte, scioperi, proteste, ma ognuno è un microorganismo utile ma non indispensabile, a partire dai Governatori per finire alla casta Epsilon. Ma una società così è possibile? Si può eliminare del tutto caratteristiche intrinsecamente umane come l’ambizione e l’invidia nei confronti degli altri, l’egoismo e la brama di potere che ogni uomo possiede in quanto tale? L’uso di tecniche psichiche in grado di condizionare il cervello ed il pensiero è un metodo possibilissimo e attualissimo (basti pensare alla televisione e alla rivoluzione che questa ha comportato, alla pubblicità che ci detta cosa comprare con messaggi subliminali, etc).
Lo stesso Huxley, a distanza di molti anni dal romanzo, scrisse il saggio “Ritorno al mondo nuovo” ispirato dai fatti d’Ungheria del 1956, in cui discuteva delle modalità in cui la società del tempo si potesse evolvere per diventare quella da lui descritta. Egli ammette che un dittatore capace sarà colui che sarà abile a sfruttare le moderne tecnologie per assoggettare la massa e per far sembrare a questa piacevole il cambimento, per deresponsabilizzarla e convogliare su di sé tutti i poteri. I metodi per farlo? Ce ne sono stati e ce ne saranno sempre a partire dal cosiddetto “oppio dei popoli” (la religione secondo Marx) per finire alle droghe, che se legittimare potrebbero davvero imbambolare la società a qualunque dettame ideologico. In questo saggio, la mia attenzione si è posta maggiormente sulla questione a riguardo della causa della crisi in cui si viveva allora ed in cui si continua a vivere oggi, forse ancora più drammaticamente, sebbene la “cortina di ferro” non esista più, è il problema della sovrappopolazione ed il rapporto di questa con l’approvvigionamento di risorse. Ne siamo testimoni ogni giorno, e non possiamo, a malincuore, non dargli che ragione. Perciò una società che pensa al benessere materiale e fisico dei suoi membri è oltre che auspicabile, è un sogno, una chimera.
Tuttavia, un mondo totalmente conformista ad una visione imposta non è libero per principio. Ogni John esistente, il cui spirito sia sensibile, timido, attento osservatore e sognatore condannerà questa società nonostante gli importanti vantaggi che essa comporta. La libertà dello spirito non è forse più importante della materialità, degli oggetti e del benessere fisico? A seconda della risposta a questa domanda potremmo auspicare o criticare tale modello sociale. Un uomo libero deve avere uno spirito critico in grado di analizzare la situazione in cui si trova ed in grado di pensare da sé, in grado di criticare ed interessarsi a ciò che lo circonda. Deve avere un’anima, deve elevarsi spiritualmente. La storia insegna che gli uomini si sono sempre divisi tra attivi idealisti e apatici indifferenti. Un mondo nuovo per l’idealista sarebbe un inferno, basato esclusivamente sull’utilitarismo, e sul nulla. Nel mondo nuovo, l’insegnamento della storia è proibito poiché ritenuto inutile. Questa brusca rottura col passato è sintomo dell’uccisione delle coscienze, delle menti. Una società specializzata in cui ogni individuo vive per un compito e solamente per eseguirlo, non ha bisogno di cultura, vive di ignoranza. Gli uomini vivono per il benessere fisico, per le allucinazioni del “Soma”… E la domanda sorge spontanea: “Ma in fondo, per che cosa si vive?” Molte sono le risposte possibili ognuna figlia di diverse concezioni della vita stessa. La vita, da qualsiasi punto di vista la si guardi, è un cammino in cui ciò che conta è crescere attraverso le esperienze personali, le gioie ed i dolori, fino ad arrivare alla maturazione. Si vive per coltivare i nostri ideali ed i nostri sogni personali, chiusi gelosamente e segretamente in cassetti di legno con un lucchetto.
Ecco, se un mondo del genere esistesse davvero, tutti i sogni nei cassetti sarebbero scomparsi, svaniti nel nulla, ed i cassetti marcirebbero divorati dai tarli, dalla muffa, scassinati, inutili, lasciati a prender polvere.
E un uomo che non sogna, non vive. Una società che uccide le ambizioni, i sogni, uccide gli uomini stessi.
Per il nostro bene, spero proprio che il caro Huxley nel 1932 si sbagliasse!
“Il mondo nuovo” è un romanzo di attualità consigliato a tutti coloro a cui non è rimasto indifferente “1984” di Orwell e che vorrebbero ampliare la visione dell’insieme, in modo tale da poter giudicare più severamente e da non subire più così passivamente i fatti di oggi. Per comprendere in pieno, il senso dell’opera di Huxley, credo che al romanzo andrebbe allegata la lettura del saggio.
E’ incredibile constatare come un romanzo scritto in tempi così lontani, in un contesto storico così differente, sia sempre attuale, più attuale di molti libri scritti più recentemente.

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