Dettagli Recensione
Un distopico originale e avvincente
Nell’attesa che il romanzo Memento I Sopravvissuti di Julianna Baggott diventi un film, visto che i diritti sono stati acquistati dalla Fox, non potevo fare altro che precorrere i tempi scoprendone la storia attraverso le 496 pagine che mi hanno portata in una realtà davvero diversa, futuristica, fantascientifica e profondamente catastrofica. Siamo cioè nella fase post-catastrofe, nel “Dopo”. Siamo sul pianeta Terra, o meglio su quello che ne è rimasto, dopo che è avvenuta una grande Detonazione, ossia il sole ha aumentato troppo l’intensità del suo calore perché tre stelle si sono sovrapposte. Le Detonazioni hanno cambiato la vita degli essere umani e li ha distinti in due categorie. Alcuni, i Puri, sono rimasti indenni e sono andati a vivere sulla Sfera (un microcosmo protetto in cui pochi eletti hanno avuto il privilegio di rifugiarsi), mentre i Sopravvissuti hanno riportato deformazioni, bruciature e cicatrici e si aggirano tra i detriti e le pozzanghere nere di pioggia della Terra, dopo l’esplosione. Questi ultimi, i Sopravvissuti hanno inglobato gli oggetti che tenevano in mano. Per esempio, Pressia, la protagonista, al momento della Detonazione, aveva sette anni e la sua mano si è fusa con la bambola con cui giocava. Nel “Dopo”, Pressia vive nascosta in un armadio sul retro di un negozio di barbiere, insieme all’unico familiare che le è rimasto, suo nonno, il quale ha un ventilatore innestato nella gola. In questo mondo segnato dalla sofferenza, Pressia si aggrappa disperatamente alle poche tracce del “Prima”, ossia ai ricordi del passato e tenta di rievocarlo giocando a “Mi ricordo” e tentando di riportare alla mente il volto dei suoi genitori e tutte le cose normali della vita così come la vivevano prima gli umani. C’è, però, qualcosa che, più delle deformità, spaventa Pressia e suo nonno. Infatti, il suo sedicesimo compleanno si avvicina e con esso il terrore di doversi consegnare dall’ORS (Operazione Ricerca e Salvataggio). Nel suo futuro Pressia potrebbe o diventare un soldato o un bersaglio, se la milizia la giudicasse troppo danneggiata e deforme. Cercando di fuggire da questo terribile destino, Pressia incontra Partridge, un Puro fuggito dalla Sfera per cercare sua madre. Tra i Sopravvissuti si dice che i Puri che vivono sulla Sfera osservano con benevolenza dall’alto i fratelli sventurati e che, al momento più opportuno, interverranno a salvare anche loro. Nessuno sa se credere o meno a queste voci che altro non fanno che alimentare le speranze. Anche Bradwell, un ribelle, che convive con alcuni uccelli innestati nella schiena, ha dei dubbi e, entrando in contatto con Pressia e Partridge e confrontandosi con loro, scopre la verità. L’unica cosa certa è che devono cercare di mettersi al sicuro e non sarà una cosa facile. L’atmosfera che si percepisce tra le pagine di Julianna Baggott è perfettamente distopica in ogni sua componente. L’ambiente descritto è distopico. Le speranze sono davvero poche e vengono subito cancellate. Il futuro è caratterizzato da incertezza e gli stessi protagonisti soffrono, sia chi vive nella Sfera, sia chi ne è al di fuori. Un comune destino di infelicità avvolge chi agisce fra le pagine di questo romanzo distopico pensato per un pubblico young adult. La Baggott alterna capitoli in cui racconta la storia attraverso gli occhi di Pressia ad altri in cui la racconta in base alla vita di Partridge. Il loro duplice punto di vista alternato narra la storia dall’una o dall’altra prospettiva. Lo stile della Baggott crea un’atmosfera sofferta, ma non risulta rallentato nelle scene d’azione e di svolta. Il lettore si sente costantemente coinvolto nell’assistere alle vicende. Si sente impotente e viene pervaso dall’inquietudine e dal terrore. Il dramma è già avvenuto, ma i personaggi non hanno smesso di essere in pericolo e ogni situazione angosciante appare imminente e probabile, ciò anche grazie alle macchinazioni sempre in atto all’interno della Sfera che non smette di ordire complotti e programmare qualcosa di ancora più terribile. Gli spunti d’attualità e di riflessione, contenuti in Memento, sono tanti, così come altrettanti sono i valori positivi proposti, portati avanti da personaggi validi e sfaccettati nelle sfumature della personalità. Questo volume di Julianna Baggott è solo il primo di una trilogia che inizia ottimamente e promette ancora molto. Originale nella storia ed avvincente nell’evoluzione dell’intreccio e dei personaggi.
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