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Apocalisse Z. I giorni oscuri
 
Apocalisse Z. I giorni oscuri 2013-06-29 15:01:42 Sara moncalieri
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Sara moncalieri Opinione inserita da Sara moncalieri    29 Giugno, 2013
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ABBI PAURA DEI VIVI, NON DEI MORTI!

Questo mi diceva, da bambina, mia zia, quando veniva fuori il discorso dei fantasmi. Diceva che sono i vivi a fare del male, e non i morti.
Da allora l’ho sempre ritenuto un suggerimento valido ed indiscutibile fino a quando ho conosciuto gli zombie. A quel punto mi sono detta che gli zombie, non essendo né vivi né morti, avrebbero dovuto fare PIU’ paura dei vivi. Sono rimasta di questa idea fino al termine del primo volume di Apocalisse Z. “Gli zombie sono peggio dei vivi”, mi sono convinta, e il teorema era sovvertito.
Poi ho letto la seconda parte di questa trilogia, e con “I giorni oscuri” sono tornata a validare il teorema della zia. Vince ancora, dunque, “Abbi paura dei vivi, non dei morti”.

Meno al cardiopalma del primo volume, meno intrigante, meno emotivamente risucchiante ed ammorbante, ma non per questo privo di messaggi intrinsechi, se vogliamo ben vedere.
I nostri quattro superstiti hanno finalmente raggiunto il Paradiso: sarà che lo hanno a lungo agognato, sarà che se lo sono sudato quasi fino alla morte, il fatto è che si aspettavano di raggiungere il sogno e la pace.
Non avevano messo in conto che gli esseri umani, nel momento in cui cadono le regole e sono costretti a costruirsene di nuove (o a ristabilire le vecchie) tendono a farsi governare dagli istinti più selvatici (e forse selvaggi). Si dimenticano del Super-Io, non si sa dove sia finito l’Io, e si fanno governare dall’Es, per riassumerla come direbbe Freud.
Per riassumerla come direi io, più prosaicamente: “E’ un gran casino”.
Ecco quindi che gli istinti primari vengono fuori prepotentemente e nel Paradiso regna in realtà una pseudo democrazia, la legge marziale e, ove possibile, la legge del più forte.
Ecco che si ricomincia a fare la guerra al vicino di casa, e al vicino di isola. Si torna tutti barbari.

Insomma, più che un libro sugli zombie (non manca, fortunatamente, qualche goloso momento di carne putrefatta, sangue coagulato e non-morti che vogliono azzannarci), è un libro sull’umanità quando questa si trova davanti a qualcosa di terribilmente pauroso e più grande di lei.
Non bello come il primo romanzo, ma senz’altro da leggere per aiutarci a ricordare cosa può fare l’uomo quando non si sente giudicato da nessuno.

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Commenti

5 risultati - visualizzati 1 - 5
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Bella recensione! Fatta in maniera lucida riconoscendo pregi e difetti dell'opera. Comunque non vedo l'ora di leggere questa trilogia...
'Abbi paura dei vivi, non dei morti' lo dice anche Albus Silente di HP (parole un po' diverse, ma il concetto è quello) :D
Ciao Sara, libro indubbiamente interessante ma non sono attirata dagli zombie :P
@davide: grazie, aspetto le tue impressioni!
@rondinella: ma davvero lo dice anche Silente??? Mi ero persa questo passaggio... sarà che non ho ancora finito la saga di HP. PS: Non dirlo a Piero, HAHAHAH!!!
In risposta ad un precedente commento
piero70
22 Luglio, 2013
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troppo tardi...
AAARAGHHHHHHH!!!!!!!!!!!
:PPP

Bella recensione Sara e mi trovi d'accordo con la valutazione del romanzo! :)
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