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C'è vita sulla Terra?
ATTENZIONE: SPOILER
Non lo inserirei fra i migliori libri del secolo, ma è comunque un bel libro. Lo stile è impeccabile, così come la psicologia dei personaggi, lo si capisce dal riuscitissimo gioco di identificazioni, una mappa di sentimenti contrastanti che l'autore riesce a farci seguire assieme alla protagonista: ci si identifica con Isserley, l'"umana" (in un universo parallelo dove la razza dominante è un'umanità dotata di coda, pelliccia e quattro zampe) che per poter andare a caccia di vodsel (gli abitanti del pianeta Terra che da Isserley sono visti come esseri inferiori votati alla soddisfazione degli appetiti della sua razza) ha dovuto subire decine di orribili mutilazioni per potersi trasformare da una bellissima umana a quattro zampe, ad una femmina di vodsel, che si regge su una schiena più o meno dritta ed è costretta ad indossare spesse lenti per nascondere il vero colore dei suoi occhi. Isserley va a caccia di autostoppisti, una specie particolarmente adatta a finire sulle tavole degli "umani" più ricchi.Ci si identifica in Isserley, come falsa femmina di vodsel, nella sua triste e grottesca caricatura di essere umano. Poi ci si identifica in Isserley, come umana, razza superiore, dotata di un fisico atletico un tempo, di una folta pelliccia, di speranze e sogni. Ci si identifica nei tanti vodsel incontrati lungo il cammino, stupidi o rozzi, timidi o spavaldi (perché sappiamo la fine che faranno tutti, ce la aspettiamo, tifiamo per loro, perché ci sentiamo in trappola anche noi, perché il pensiero di essere catturati, messi all'ingrasso, mutilati e infine cucinati ci fa orrore). Ci si identifica nella disperazione di Isserley e in quella dei poveri vodsel "lavorati". Il gioco di scambio di personalità è talmente complesso che non conta molto se si tratta di un uomo o un animale: sotto la pelle, siamo tutti uguali.