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1984 di George Orwell
 
1984 di George Orwell 2012-10-29 15:20:52 controluce
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
controluce Opinione inserita da controluce    29 Ottobre, 2012
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1984: PASSATO, PRESENTE E... FUTURO?

“1984” è un libro scritto per il presente.

Quest’affermazione può essere fatta adesso e le stesse parole ripetute tra vent’anni, il valore rimarrà costante col passare dei decenni, perché “1984” è una storia che trascende il tempo. Qualsiasi presente andrà bene.

Winston Smith vive a Londra, città che fa parte dell’Oceania, uno dei tre superstati, assieme a Eurasia ed Estasia, nei quali è suddivisa la Terra.
Il Grande Fratello vede e sente tutto, governando una popolazione alla quale è stata tolta ogni possibilità di libero pensiero. Se qualcuno tenta di deviare dalla strada imposta, dalle non-regole esistenti, dalla normale ortodossia di pensiero, viene tolto di mezzo dalla Psicopolizia. Viene vaporizzato. Cancellato dal passato, dal presente e dal futuro.
Winston, che lavora nel Ministero della Verità, luogo deputato all’informazione falsa e corrotta, vive con un senso di oppressione quasi tangibile il suo lavoro nonché la vita di tutti i giorni. Vorrebbe ribellarsi, uscire da quel guscio creato dal Partito per annientare l’anima delle persone.
La sua ribellione esplode dopo l’incontro con Julia, insieme alla quale tenta di sottrarsi all’esistenza di plastica offerta dal Grande Fratello per vivere una vita vera fatta di divertimento, piacere e sogni.

Il sistema totalitario immaginato da Orwell per “1984” s’ispira chiaramente a movimenti politici e ideologici nati in Europa agli inizi del secolo scorso e ne amplifica il potere inventando mezzi tecnologici e “social”.

“1984” si potrebbe definire come un piccolo romanzo d’amore per la vita contenuto in un grande romanzo d’odio. Un trattato del disprezzo. Disprezzo dell’uomo e di ciò che lo rende tale.
Io l’ho apprezzato davvero molto e ritengo che pur non essendo una lettura piacevole nel senso più stretto del termine, sia comunque un racconto straordinario.

Il commento più ermetico ed esauriente (seppur irrealistico) che si possa fare recensendo quest’opera orwelliana, credo possa essere il prodotto di quest’operazione: 2 + 2 = 5.

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